Non solo si deve dare “spazio alla Internet libera”, ma occorre al più presto sfruttare quel white space, lo spazio vuoto dello spettro, che ne aiuterebbe la realizzazione. Questo il parere di Kevin Martin, presidente di FCC, che in una conferenza stampa a margine dell’incontro convocato per discutere uno studio sulle interferenze radio, ha promesso il suo pieno appoggio a questa prospettiva.
La promessa è che il 4 novembre, data in cui FCC terrà il prossimo Open Meeting (qui l’agenda), Martin porterà ai voti l’istanza. Per l’occasione, ha dichiarato che appoggerà appieno la proposta: si tratta, all’atto pratico, di utilizzare tutte quelle frequenze rimaste libere, situate tra 150 e 700 MHz ed estremamente appetitose per le loro caratteristiche. Non solo consentono di coprire grandi distanze, ma offrono anche una non indifferente capacità di superamento degli ostacoli.
C’è un piccolo ostacolo alla realizzazione di questo progetto, rappresentato da un nuovo rapporto rilasciato dall’Office of Engineering Technology (OET) della stessa commissione, dal quale emergerebbe che anche quegli apparati destinati alla geolocation ed eventuali dispositivi per sensori a distanza – che usano piccole porzioni di quelle frequenze – potrebbero continuare ad essere impiegati, ma a patto di rispettare alcune norme per evitare le interferenze. Non manca neppure qualche ritrosia da parte di operatori delle reti cellulari, secondo i quali l’uso libero di tali frequenze non può non arrecare disturbo alle bande adiacenti.
Persiste quindi un fronte ostile alla creazione di una rete wireless per la fornitura di connettività libera: la National Association of Broadcasters (NAB) e i gruppi collegati, ad esempio, insistono sostenendo che la soluzione prospettata ed appoggiata dal vertice di FCC non tiene conto delle interferenze che potrebbe provocare ai microfoni senza filo, ormai universalmente impiegati. Martin, tuttavia, in sede di conferenza ha confermato che ne terrà conto e farà assegnare specifici canali proprio adibiti a questo impiego.
Marco Valerio Principato