Nascono dalla voglia di cambiamento e innovazione le startup degli imprenditori italiani, che trovano applicazione per lo più nei settori del web (49%), dell’ICT (21%), dei servizi (19%), dell’elettronica e dei prodotti di consumo.
Stando ai dati ufficiali dell’Associazione Italia Start-up (piattaforma no profit, fondata nel 2012, formata da imprenditori, investitori, industriali, startupper, enti e aziende che hanno deciso di dare il proprio contributo al processo di cambiamento economico e sociale che l’Italia sta affrontando) e delle Camere di Commercio d’Italia, nello scorso anno sono stati investiti più di 110 milioni di euro nel settore, e ben 1554 società si sono iscritte al Registro delle Imprese, nella sezione startup innovative. Questi numeri sono destinati a crescere nel 2014, fornendo nuove opportunità lavorative per i giovani neolaureati, che spesso faticano a trovare un’occupazione. L’Italia dunque aumenta la sua competitività, inserendosi tra le più importanti realtà mondiali, impegnate nella cultura imprenditoriale (quali Stati Uniti, Inghilterra e Germania). Nasce da questa voglia di innovazione continua il progetto promosso dalla Facoltà di Economia dell’Università Niccolò Cusano. La nuova infografica, Startup for beginners, dedicata ai protagonisti e alle istituzioni che compongono l’ecosistema startup, è stata realizzata per far fronte alle difficoltà e al disorientamento di chi oggi volesse avviare (o abbia già avviato) un progetto d’impresa ad alto contenuto tecnologico, rendendo noti tutti i passaggi da seguire e i soggetti da coinvolgere per ottenere i finanziamenti, generare reddito e infine portare la startup ad un exit. Società neonate come Amc Instruments (attiva nella ricerca biologica e meccatronica), Jobrapido (fondata da Vito lo Mele, famosa per il portale dedicato agli annunci di lavoro), Viamente (operante nel settore della logistica e dei trasporti) e Creabilis (che si occupa di biotecnologie), devono il loro attuale successo all’impegno degli incubatori – veri e propri laboratori specializzati che aiutano gli imprenditori a capire come sviluppare il loro progetto -. “Se le piccole e medie imprese italiane perdono ogni anno migliaia di posti di lavoro e faticano a restare a galla, perché schiacciate da una burocrazia contorta e da una pressione fiscale ai massimi storici, le startup possono usufruire dei vantaggi fiscali previsti dal decreto Sviluppo Bis del Governo Monti. Non solo: pur rappresentando circa il 2% dell’universo produttivo italiano, le startup creano più occupazione delle imprese tradizionali per i giovani e in questo modo contribuiscono alla crescita economica” spiega lo staff dell’università telematica Unicusano. L’infografica, che rappresenta un’ottima risorsa per chiunque volesse intraprendere lo sviluppo di una cultura “startup oriented”, è disponibile al link http://www.unicusano.it/blog/universita/startup-for-beginners. (V.R. per NL)