L’associazione Unbreakfast è stata fondata da un gruppo di dirigenti che, nonostante fossero stati licenziati, fingevano con la famiglia di recarsi al lavoro per non destare preoccupazioni.
In realtà si ritrovavano al bar per trascorrere insieme la giornata. A causa della crisi, sono numerosi i manager 45enni che si trovano nella scomoda situazione di doversi reinventare un lavoro, poiché a questa età risulta molto difficile, se non addirittura impossibile, rientrare nei piani lavorativi di un’azienda. Infatti, la pratica dei manager temporanei, molto utilizzata all’estero, è lontana dall’essere realtà. L’unico rimedio possibile è la cosiddetta auto-imprenditoria, una soluzione poco remunerativa se il proprio portafoglio clienti non conto almeno 5 soggetti (trattasi di un modo elaborate per diventare imprenditore di se stesso). La triste verità è che il nostro Paese è ormai l’unico che annovera un contratto di lavoro per dirigenti. L’associazione Unbreakfast, il cui nome è la somma di unemployed (disoccupato), break (pausa) e breakfast (colazione), unisce tutti i dirigenti attualmente disoccupati, che tutti i giovedì mattina si ritrovano in un bar del centro di Milano e tengono una vera e propria riunione di lavoro. Il modus operandi è il seguente: dopo aver fatto colazione, ogni membro, prendendo la parola per circa trenta secondi, informa gli altri sulle tendenze del mercato e sui colloqui che ha effettuato presso le varie aziende. Dopo questa presentazione si apre invece una discussione di gruppo in cui viene analizzato il movimento dell’offerta di lavoro e si cerca di comprendere come potersi adeguare ai suoi mutamenti. L’obiettivo dell’associazione, come illustrato nel sito internet www.unbreakfast.it è, quindi, “agevolare dirigenti, quadri e alte professionalità, che hanno temporaneamente sospeso l’attività lavorativa, a trovare una nuova occupazione anche mantenendo vivo e attivo un network di relazioni interpersonali”. Non è un segreto che per un manager con una certa anzianità aziendale sia estremamente difficile poter trovare un nuovo e differente posto di lavoro che abbia, tra le altre cose, una remunerazione proporzionale alle proprie competenze. Altro dubbio che assale i mattinieri manager di Unbreakfast è relativo all’apertura della partita Iva, poiché nel caso venisse aperta essi con sarebbero più considerati come disoccupati e, quindi, non avrebbero più accesso ai bandi formativi della Regione Lombardia. Ci sono manager che ad un anno dal licenziamento, magari avendo finto per tutto quel tempo di aver lavorato per non dare preoccupazioni alla famiglia, sono a pezzi: lo scopo dell’associazione è insegnare che ci si può rimettere in gioco, che l’esperienza lavorativa precedente non è stata inutile. La soluzione proposta è, prima di tutto, quella di lavorare su se stessi, avere la giusta motivazione e sfruttare al meglio le proprie risorse lavorando sui contatti. Il segreto, secondo Unbreakfast, sta nella comunicazione: uscire di casa, vedere gente, non passare tutto il giorno ad inviare curricula che, nella maggior parte dei casi, resteranno senza riscontro. E’ molto meglio lavorare per avere le informazioni giuste ed andare a cercare impiego a colpo sicuro, o quasi. Su questi presupposti si sono già diffuse sette società di consulenza nei più svariati campi economici e ne sta per nascere una nuova con lo scopo di offrire alle piccole aziende della Brianza un servizio di gestione automatizzata delle cartelle sanitarie e di rischio dei lavoratori. Il progetto di Unbreakfast ha dato, almeno per ora, soltanto esiti positivi e si sta già pensando, oltre alla mattina, di organizzare qualcosa che possa comprendere l’arco di tutta la giornata. (P.T. per NL)