Lo spettro (qui trovate l’ultima allocation table rilasciata dalla stessa authority) è un bene pubblico e secondo l’OFCOM aiuta a generare il 3% del prodotto interno lordo del Regno Unito. Un interessante articolo pubblicato ieri dal Times e riportato dalla lista del club BDXC afferma che la percentuale oggi occupata dai broadcaster televisivi e radiofonici ammonterebbe al 40% della porzione inferiore a 1 GHz, definita come “la più pregiata”. Il broadcasting (digitale) viene così equiparato in Gran Bretagna ad altri servizi (Difesa, pronto intervento, operatori mobili) che già pagano per utilizzare le radiofrequenze. La decisione riguarda anche i multiplex DAB in funzione in UK (prossimamente verrà assegnato un nuovo multiplex nazionale). Da quel che leggo su Newsline a proposito del convegno di Santa Margherita, bisognerebbe chiedere a Audiradio/Astroricerche perché la radio digitale su frequenze alternative all’FM riesca ad accogliere network nazionali e regionali in nazioni come la Gran Bretagna (ma anche in Svizzera, Danimarca), mentre da noi – come sarebbe stato affermato – “non funzionerà mai”. Oltretutto secondo NL il relatore dell’intervento antidigitale avrebbe detto che la nostra authority “non accetterà” il DAB. Ma come? Dopo averlo regolamentato tre anni fa? Come sempre c’è grande confusione di idee sotto il caldo sole italiano. Appaiono più equilibrate e aperte le parole di Felice Lioy, presidente di Audiradio, anche se forse bisognerebbe essere più cauti nell’escludere che il passaggio definitivo al digitale avrà mai una scadenza fissa: «I maggiori gruppi ritengono che il sistema più idoneo possa essere il T- Dab (previsto dalla normativa vigente) o il Dab plus, con aperture, a quanto risulta, anche allo standard T.DMB. Altri operatori optano invece per altri sistemi, alcuni dei quali ancora non verificati o non ancora messi a punto, che consentirebbero però di disporre di un maggior numero di frequenze. A questo proposito va fatto notare che il passaggio al digitale non è obbligatorio per le emittenti e non ha comunque scadenze. Ogni emittente potrà decidere il passaggio nei tempi che riterrà opportuni, dal momento che resterà in funzione “sine die”, anche l’attuale sistema analogico. Per dirimere la questione dello standard da adottare, che non è certo di poco conto, stanno per essere indetti alcuni incontri con l’AGCOM e con il Ministero delle Comunicazioni. Da parte nostra riteniamo che il problema debba essere risolto nei tempi più brevi possibili perché il digitale terrestre, quando sarà in funzione su larga scala, costituirà un fattore di innovazione e di potenziamento della radiofonia oltre che elemento fondamentale e imprescindibile per i processi di convergenza multimediale, processi che procedono rapidamente e da cui la radio rischia di rimanere esclusa.»
Ma ecco quello che scriveva il Times sullo scenario inglese:
From Times Online
June 19, 2007
Ofcom to levy radio spectrum charges
TV and radio groups are set to pay for use of the radio spectrum for the first time – joining the MoD and emergency services – Rhys Blakely
Television and radio groups will pay to use the radio spectrum for the first time under new measures designed to make better use of the “valuable and finite resource”, Ofcom, the regulator, said today.
The new fees, dubbed Administered Incentive Pricing, will bring television and radio stations in line with Ministry of Defence, mobile-phone operators, and the emergency services, which already pay AIP or equivalent charges for using radio frequencies.
The fees will be levied against digital terrestrial television groups, including the BBC, ITV and Channel 4 and National Grid Wireless from 2014. Digital radio multiplex operators, including Digital One, the BBC and the winner of the new national DAB multiplex, which will be announced next month, will also be affected from the same date.
Ofcom will begin to formulate the size of the charges closer to the time.
According to the watchdog, use of the radio spectrum accounts for about 3 per cent of the UK GDP.
The most valuable spectrum is below 1 GHz, where the frequencies combine the characteristics of coverage and capacity that make it particularly suitable for a wide range of applications. Terrestrial television and radio broadcasting currently uses around 40 per cent of the spectrum below 1 GHz.