comunicazione Ordine dei giornalisti Milano
Il Tar delle Marche ha accolto il ricorso presentato dal Sigim (Sindacato giornalisti marchigiani) e dalla Fnsi (Federazione nazionale della stampa) contro il Comune di Pesaro ordinando la sospensione cautelare della selezione pubblica per l’assunzione a tempo indeterminato di un giornalista all’ufficio stampa dell’ente secondo modalità e criteri non rispondenti a una corretta applicazione della legge 150/2000 e tendenti – secondo il Sigim – a pregiudicare l’accesso a una larga fascia di colleghi.
Nell’udienza di martedì 20 febbraio, il Tar (presidente Sammarco, consigliere Danieli, estensore Manzi) ha accolto in pieno le argomentazioni dell’avvocato Maurizio Miranda (per conto del Sigim) e dall’avvocato Bruno Del Vecchio (per conto della Fnsi) riconoscendo con ordinanza del 22 febbraio la sussistenza di “presupposti e pregiudizi di danni gravi e irreparabili” in caso di svolgimento della prova secondo le modalità disposte dal Comune e fissando l’udienza di merito al 3 ottobre 2007.
Soddisfatto di questo primo esito amministrativo, ma al tempo stesso dispiaciuto di aver dovuto adire le vie legali a causa della totale indisponibilità del Comune di Pesaro a discutere il bando nelle sedi preposte, il Sigim riafferma con determinazione la propria linea sindacale a garanzia di un libero mercato del lavoro e delle legittime aspirazioni dei colleghi che solo dall’iscrizione all’albo dei giornalisti devono trarre il diritto a partecipare alle selezioni pubbliche per i ruoli giornalistici di addetto stampa, secondo quanto previsto dalla legge 150/2000 sulle attività di informazione e comunicazione nella pubblica amministrazione.
I requisiti imposti dal Comune di Pesaro per partecipare alla selezione (laurea vecchio ordinamento o quinquennale, iscrizione quinquennale all’albo dei giornalisti ed esperienza triennale in un ufficio stampa pubblico) rappresentano secondo il Sigim potenziali elementi di valutazione curricolare dei candidati ma non possono in alcun modo trasformarsi in ostacoli alla libera partecipazione dei colleghi, secondo l’assunto – del tutto illogico e opinabile anche dal punto di vista strettamente professionale – che solo chi abbia già un’esperienza di lavoro in un ufficio stampa pubblico possa avere le qualità e la competenza per lavorare al servizio di un ente locale.
Nella piena coscienza che una materia così delicata come l’informazione pubblica necessiti di approfonditi confronti, per ben due volte nel corso del 2006 il Sigim ha incontrato il sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli, e il direttore generale del Comune, Mario Maoloni, illustrando le opzioni legislative e sindacali attualmente garantite, suggerendo possibili soluzioni e offrendo la propria disponibilità ad affiancare l’ufficio personale dell’ente nella preparazione di eventuali procedure selettive. Il Comune ha ritenuto di muoversi diversamente senza neppure informare il sindacato giornalisti. Una volta venuto a conoscenza della pubblicazione del bando, il Sigim ha immediatamente scritto al sindaco Luca Ceriscioli, manifestando le proprie perplessità tecnico-giuridiche e richiedendo un immediato colloquio (ai fini di un correzione dell’avviso selettivo e o di un suo annullamento in autotutela) al quale sindaco e assessore al personale si sono sottratti inviando una delegazione di soli dirigenti. La risposta del direttore generale Maoloni è stata negativa. L’annullamento cautelare della selezione ordinato dalla Prima sezione del tribunale amministrativo regionale conferma le buone ragioni del Sigim e deve suonare da monito per tutte le amministrazioni pubbliche marchigiane chiamate a riorganizzare le proprie attività di informazione ai media e ai cittadini.
Nel riaffermare la propria centralità nel sistema regionale dell’informazione e la massima vigilanza sulle dinamiche del mercato del lavoro giornalistico, il Sigim rinnova al Comune di Pesaro la propria disponibilità a riavviare un percorso condiviso per la copertura e la riorganizzazione dell’ufficio stampa dell’ente, attualmente esternalizzato, così da non perdere altri preziosi mesi, considerati i tempi della pur rapida udienza di merito concessa dal Tar e della successiva pubblicazione della sentenza.