Negli anni precedenti la crisi finanziaria, la forte crescita dell’economia europea aveva determinato un aumento vertiginoso delle richieste di registrazione di marchi UE, creando riserve di bilancio inattese. Nonostante un primo taglio dei costi di registrazione dei marchi, deciso nel 2005, l’ufficio competente dell’UE (UAMI) ha ormai accumulato riserve per oltre 300 milioni di euro, in contrasto col suo status di ente senza fini di lucro. Dopo lunghe discussioni, i paesi dell’Unione hanno deciso di ridurre nuovamente le tasse sui marchi, stavolta del 40%. Istituito nel 1996, l’UAMI è finanziato interamente con le tasse versate dalle imprese che usano i marchi. Finora, l’UE ha registrato più di 500 000 marchi provenienti da tutto il mondo, in modo che la concorrenza non possa usare gli stessi nomi, simboli e slogan. È importante per le aziende registrare un marchio che funga da segno distintivo rispetto agli altri. I marchi sono utili anche per i consumatori, poiché mostrano che la merce è quella vera, e non un’imitazione di minore qualità. Attualmente le imprese versano due tasse diverse per la protezione del loro marchio: una al momento della domanda e l’altra per la registrazione. A partire da maggio, le due tasse saranno sostituite da una sola, con conseguente risparmio di tempo. Vi sarà anche un risparmio di denaro, poiché una domanda presentata in formato cartaceo avrà un costo complessivo di 1 050 euro anziché 1 750. Le imprese che fanno domanda on-line pagheranno anche meno: 900 euro anziché 1 600. Queste cifre valgono per un marchio emesso direttamente dall’UE, mentre per la convalida europea di un marchio internazionale le tasse scenderanno a 870 euro contro gli attuali 1 450. Il commissario per il Mercato interno, Charlie McCreevy, pensa che i tagli faranno risparmiare alle imprese 60 milioni di euro l’anno e favoriranno l’attività imprenditoriale, restituendo ossigeno all’economia. La riduzione sarà particolarmente apprezzata dalle piccole imprese, per le quali la procedura di deposito di un marchio è spesso molto onerosa. L’UE inoltre sta per attivarsi contro la vendita di merci contraffatte, lo scaricamento illegale da Internet e altre violazioni dei diritti di proprietà intellettuale fondando un nuovo osservatorio in cui esperti del settore pubblico e privato valuteranno i problemi e proporranno possibili soluzioni. Secondo l’OCSE, il mercato mondiale di merci contraffatte rappresenta un affare da 150 miliardi di euro.