Roma – Il Regno Unito segue e supera gli Stati Uniti nella crociata contro la libertà di link: dopo la solerte attività dei legali di Fox nel diffidare il contenitore di link a show distribuiti illecitamente QuicksilverScreen, tocca questa volta al gruppo antipirata britannico Federation Against Copyright Theft (Fact) agire contro un noto portale di video in streaming, colpevole secondo l’organizzazione di favorire la pirateria telematica e punito per questo con la chiusura e l’arresto del proprietario.
TVLinks, questo il nome del sito, funzionava proprio come QuicksilverScreen catalogando i link a film in prima visione registrati con la cam nel buio del cinema, show televisivi di primo respiro come 24, blockbuster hollywoodiani e film di richiamo del calibro di Ratatouille di Disney. Il responsabile legale di TVLinks è un ventiseienne della città termale di Cheltenham, nel distretto di Gloucestershire, ed è stato arrestato nell’ambito di una operazione di polizia coordinata tra gli ufficiali di distretto e gli investigatori di Fact.
“Siti come TV Links contribuiscono e traggono profitto dall’infrazione del copyright – ha dichiarato un portavoce della MPAA locale – identificando, postando, organizzando e indicizzando link a contenuti illeciti presenti in rete a cui gli utenti possono poi accedere a loro piacimento visitando questi siti illegali”.
TV Links non era dunque un motore di ricerca, dicono le major, era una piaga, o meglio una delle tante facce della piaga della pirateria telematica che secondo British Video Association avrebbe fatto perdere all’industria del video 459 milioni di sterline – oltre 650 milioni di euro – nel solo 2006. “Il furto e la distribuzione di film danneggiano la vita di coloro che lavorano nell’industria cinematografica inglese e le industrie correlate, danneggiando nel contempo l’economia” tuona il gran capo di Fact Kieron Sharp, che anticipa nuove iniziative sostenendo come TV Links fosse l’obiettivo principale di una più vasta campagna per il contrasto della pirateria sul web.
Iniziativa che riapre il dibattito su quanto possa essere considerato responsabile chi si limita a pubblicare link a materiale su cui non ha alcun controllo. “Ciò che rende le accuse così strampalate è che l’uomo stava, ancora una volta, soltanto offrendo link a contenuti pirata, senza aver mai ospitato sui server alcunché. Può l’attività di link essere davvero considerata una agevolazione della pirateria? Se io linko a TVLinks possono venire tacciato di co-cospirazione?” si domanda ZeroPaid, che sottolinea come tra le note legali del sito – disponibili per la consultazione negli archivi del web del progetto Archive – fosse indicata espressamente l’esclusione di responsabilità nei confronti dei link postati dagli utenti registrati al servizio.
È poi interessante sottolineare il differente modo di agire degli inglesi rispetto alle ben rodate organizzazioni anti-pirateria americane: se Fox si è limitata a inviare una diffida a QuicksilverScreen in rispetto ai dettami della legge sul copyright nota come DMCA, Fact – aiutata certamente dalla mancanza di una regolamentazione con protezioni legali simili a quelle americane – ha dimostrato un impulso ancora più forte nel perseguire il “criminale” ottenendone addirittura l’arresto.
Alfonso Maruccia