Come nelle migliori partite, stiamo assistendo negli ultimi mesi a molteplici mosse finalizzate a concludere alleanze strategiche: scopo del gioco è conquistare il mercato televisivo, ormai sempre meno statico e sempre più Ip.
Innanzitutto, tra i partecipanti è presente la Walt Disney Company, che – con un’offerta di 52,4 miliardi di dollari – ha raggiunto un accordo per l’acquisizione della 21st Century Fox, nel cui pacchetto è compreso anche il 39% di Sky.
C’è poi Comcast Corporation, il più grande operatore via cavo degli States e una delle principali industrie mediatiche del mondo (è sua la NBC Universal), che – da buon giocatore – ha rimescolato le carte in tavola: obiettivo è l’ambitissimo 61% di Sky. Questa fetta della tv paneuropea è infatti contesa tra la società di Philadelphia e la famiglia Murdoch.
Per una definizione della controversia bisognerà quantomeno attendere il 01/05/2018, giorno in cui l’Antitrust britannico dovrà consegnare il parere definitivo al ministro UK Matt Hancock. Se, come possibile (per non dire addirittura probabile), la Competition and Markets Authority non desse il proprio placet e Comcast riuscisse ad ottenere quanto brama, la situazione che ne deriverebbe sarebbe di un operatore ancora più forte e preminente sull’intero scenario mondiale (nel mentre, però, meglio rimanere cauti e non montarsi la testa).
Se, da un lato, alleanze e correlative acquisizioni sono ancora in progress, dall’altro, si ritrova un’intesa strategica di assoluto rilievo, quella tra Sky e Netflix. Questo accordo mette insieme i contenuti del gruppo del tycoon australiano con quelli del colosso dello streaming video on demand; questi – insieme – raccolgono una massa di film e serie non indifferente che viene ulteriormente valorizzata dalla tecnologia offerta dalla piattaforma Sky Q.
Bisogna poi tenere in considerazione anche Amazon che, con Prime, unendo e-commerce e contenuti video, si pone come un avversario di tutto rilievo non solo per i broadcaster della pay tv, ma anche per quella della free tv. Da non dimenticare ci sono poi Discovery che si sta allargando grazie anche all’acquisizione di Scripps Networks Interactive e Mediaset e Vivendi che però non hanno dato seguito all’accordo che li vedeva protagonisti. Elemento che caratterizza tutti è il desiderio di allargarsi alla conquista di un pubblico sempre più vasto e l’Europa parrebbe essere la meta più ambita. Il mercato cinese, infatti, viene escluso a priori data la sua impenetrabilità e a quello indiano risulta difficile approcciarsi; di conseguenza, Vecchio continente sia.
Insomma, sembrerebbe che, da un lato, i big abbiano capito che l’unione fa la forza e, dall’altro, che la complementarietà può diventare quel particolare aspetto che fa la differenza. Vedremo nei prossimi mesi come procederà la partita. (G.C. per NL)