Il fallimento della collaborazione tra Vivendi e Mediaset – degenerata in un’accesa battaglia legale – non ha fatto cessare in Vincet Bollorè, numero uno dell’impresa francese, l’obiettivo di creare un polo europeo per la produzione di contenuti che sia competitivo e concorrenziale nei confronti delle aziende americane che dominano il settore, come Netflix. Una mossa concreta in questa direzione è il recente acquisto da parte di Vivendi del 59,2% delle quote dell’agenzia pubblicitaria Havas, appartenente al gruppo Bollorè e guidata dal rampollo della famiglia Yannick Bollorè. All’acquisto, costato 2,3 miliardi di euro (9,25 euro per azione), seguirà un’Opa (offerta di pubblico acquisto, ndr) per la restante parte del capitale: l’operazione era stata preannunciata in giugno e poi avallata dalle autorità francesi. A prescindere dalle sorti dei giudizi italiani, quindi, Vivendi si prepara a fare la guerra a Netflix & co. e sembra voglia affidare la missione a Yannick Bollorè, non solo perché anello di congiunzione nella fusione strategica tra Havas e Vivendi (Bollorè jr è sia alla guida del gruppo pubblicitario, sia tra i vertici di Vivendi), ma soprattutto per la sua esperienza come direttore dei programmi della tv Direct8 (oggi D8, del gruppo Canal+) e quindi della dimestichezza con i contenuti televisivi. (V.D. per NL)