(Millecanali) – Il senatore Riccardo Villari incassa imperterrito anche l’espulsione dal gruppo del PD ma la presidenza della Vigilanza non la molla. Ci provano persino proprio le istituzioni, con Fini, Schifani e lo stesso Berlusconi, ma il nodo non si scioglie: lui resta là…
Il personaggio l’avevamo inquadrato bene nel nostro editoriale dei giorni scorsi: un uomo tutto d’un pezzo cui è capitato un regalo insperato (o forse sperato, chissà) che vale una vita (politica) e che quindi tutto può fare meno che lasciare la poltrona che gli è stata così inspiegabilmente assegnata.
Che lo avessero interpellato o meno in proposito, il fiuto dei parlamentari di Centro-Destra (se non di Berlusconi direttamente) nello scegliere Riccardo Villari, ex Udeur, quale candidato “dell’opposizione” da votare alla presidenza della Vigilanza si è dimostrato di quelli ‘da cani da tartufo’.
Oggi l’apoteosi: in presenza di un accordo generale su un nome di enorme prestigio come quello di Sergio Zavoli, concordato fra i due ‘poli politici’ per la Vigilanza, Villari tutto ha fatto meno che farsi da parte, comportandosi invece come presidente eletto a tutti gli effetti (e tale è, ma solo formalmente, se si guarda alla sostanza politica delle cose) e ignorando ogni appello (almeno finora). Incurante di tutto e di tutti, ha iniziato il lavoro da Presidente facendo spallucce anche di fronte all’espulsione dal gruppo del Partito Democratico al Senato.
Un uomo solo al comando, insomma, anche se magari fra poco non si saprà più al comando di cosa, perché la Vigilanza in queste condizioni non può funzionare e i vertici Rai non possono essere eletti. Vedremo se l’Imperterrito ignorerà anche l’invito di Berlusconi a lasciare libera la poltrona.
Se invece finalmente lascerà la carica che sta indecorosamente mantenendo a dispetto di (quasi) tutti, si potrà finalmente stilare un bilancio di questa orribile vicenda. E sarà un amarissimo bilancio di macerie politiche e istituzionali.
Mauro Roffi