Alla vigilia degli switch-off in Val d’Aosta e nel Piemonte occidentale ed in prossimità di quelli in Trentino, in Ato Adige, in Lazio ed in Campania c’è un problema irrisolto che rischia di tagliare le gambe alle tv locali ed alle nazionali minori. E’ una grana che tra i primi abbiamo evidenziato (oltre due anni fa) e poi costantemente attenzionato. E’ la questione dei numeri LCN (logical channel numbers), la funzione presente nella maggior parte dei decoder (sat e DDT) che permette di attribuire automaticamente ad ogni canale ricevuto una posizione predefinita all’interno della lista canali. Dalla spinosa vicenda il MSE-Com si è chiamato fuori, osservando che si tratta di materia di competenza di Agcom (la questione è trattata dall’ art. 29 bis c. 10 Del. 663/06/Cons). Che però, come per la questione RAI-SKY, tace. Cosicché l’impiego degli LCN è soggetto alla più completa anarchia: salvi i primi sei numeri, unanimamente riconosciuti a Rai 1,2,3 e a Rete 4, Canale 5 e Italia 1, dalla settima posizione del telecomando in poi se ne vedono di tutti i colori. Ovviamente il numero 7 lo pretenderebbe La 7. Sennonché lo invoca anche Italia 7 e magari, se Di Stefano decidesse di partire, anche Europa 7. Al sud, Luca Montrone pesta i piedi: la sua superstation è così consolidata che al settimo posto dei telecomandi pugliesi c’è Telenorba e non le tivù nazionali settelogate. E se già si litiga per il numero 7, potete immaginare cosa succede coi numeri seguenti e il risultato è che in molte aree già ci sono conflitti di 3, 4 e volte anche 5 emittenti con lo stesso LCN. La scelta così spetta all’utente, che di tutto avrebbe bisogno tranne che di dover indottrinare un decoder che ad ogni ricerca automatica continua a rilevare litigiosità LCN e a richiedere al suo utilizzatore l’assegnazione della preferenza. Alla fine di luglio era stata illustrata una proposta che sarebbe stata condivisa dai principali operatori nazionali, ma che non aveva riscosso particolare entusiasmo da parte delle locali. L’idea era di riservare alle nazionali i canali da 1 a 9, da 20 a 49 e da 90 e 99; alle locali quelli da 10 a 19 e da 50 a 90; dal numero 100 in poi, secondo questa prospettazione, sarebbero stati collocati i canali a pagamento. Una soluzione su cui Agcom non si è però espressa (sicché ha valore uguale a zero) ma che odora di ghettizzazione lontano un miglio: è fin troppo evidente che nelle numerazioni più basse (10/19) finirebbero le dieci principali stazioni regionali o interregionali, mentre le restanti locali sarebbero sperdute nei sobborghi oltre il numero 50. Molto meglio allora adottare la più lineare a democratica soluzione delle tre cifre da tempo adottata con successo da Sky (101,102,103…201,202,203…301,302,303). Ma al Biscione e al Cavallo morente tutto quello che sa di Murdoch non piace….