Una nuova Cnn, brillante, accattivante, un nuovo canale tv fatto interamente di notizie e documentari rivolto agli under 35 (i cosiddetti “Millennial”) che non leggono i quotidiani cartacei né provano alcun interesse verso la tv tradizionale: è proprio questo l’obiettivo prefigurato da Shane Smith, il fondatore e leader di Vice Media, che lunedì 29 febbraio ha lanciato negli Stati Uniti la sua Viceland.
Sulla sua aspirazione di stimolare quella fetta di pubblico giovane ancora difficile da attrarre, scommettono anche due titani del business dello spettacolo, la Disney e la 21st Century Fox di Rupert Murdoch, entrambi azionisti importanti di Vice Media che, proprio grazie ai loro generosi finanziamenti è arrivata a valere (sulla carta) ben 4,5 mld di dollari. E arrivano a puntare sul grande progetto anche grandi aziende che hanno accettato di fare pubblicità su Viceland, come Unilever, Toyota, Bank of America e Samsung Electronics. Viceland rappresenta il primo tentativo di una società di media digitale di far concorrenza direttamente agli operatori storici: un assaggio del suo stile si è potuto già pregustare su Hbo (canale premium del gruppo Time Warner, lo stesso di Cnn) dove, dal 2013, Vice manda in onda un suo programma. Anche in Italia, il primo Paese dove Vice ha aperto un sito in lingua locale (nel 2014), i suoi documentari sono visibili una volta a settimana su SkyTg24. “Viceland è un laboratorio di emozioni umane”, dichiara Eddy Moretti, responsabile creativo di tutti i contenuti di Vice, anche quelli pubblicitari. Per focalizzare l’attenzione dei giovani e dar vita alle emozioni necessarie al loro coinvolgimento, Vice sceglie un giornalismo “di immersione”, con i reporter che assurgono al ruolo di protagonisti delle stesse storie. Persino gli spot pubblicitari sono realizzati come video spettacolari da guardare, secondo la filosofia “native” già collaudata sul sito. Scampato al crollo della Bolla Speculativa “Dot Com” Internet nel 2000, Shane Smith ha seguito l’intuizione vincente di puntare subito sui video. È diventato famoso con scoop surreali e virali interviste girate in Afghanistan con i ragazzini reclutati dai talebani per diventare kamikaze. La passione di Smith fin da ragazzo è stata il giornalismo: dopo interminabili viaggi in giro per il mondo, una volta tornato in Canada, nel ’94 fonda la rivista Vice. Per il 2015 Vice Media ha dichiarato 1 mld di dollari di fatturato, cifra che però comprende anche gli introiti previsti per la pubblicità su Viceland. Opera in oltre 30 Paesi con un network di canali digitali, uno studio di produzione tv, una rivista, una casa discografica e una casa editrice di libri, un’agenzia pubblicitaria e un reparto di ricerche di mercato. E su Twitter, Smith dichiara: “Quando Murdoch due anni e mezzo fa ha deciso di investirci 70 mln di dollari chi ha sentito parlare di Vice Media? Selvaggio, interessante sforzo di coinvolgere i Millennial che non leggono né guardano i vecchi media. Successo globale”. Le premesse per la buona riuscita del progetto ci sono tutte, non ci resta che attendere un riscontro in termini di ascolti televisivi. (S.F per NL)