Via libera all’emendamento che prevede l’asta delle frequenze liberate con il passaggio dall’analogico al digitale. La commissione finanze della Camera ha approvata la proposta di modifica al decreto legge di semplificazione fiscale.
Il Pdl ha votato contro l’emendamento del governo che cancella il beauty contest. Voto contrario anche dal Grande Sud , mentre hanno votato a favore tutti gli altri, Lega compresa. Nel corso della mattinata i lavori della commissione sono stati sospesi più volte, ufficialmente per l’attesa delle stime sul gettito dall’asta delle frequenze tv. L’ex ministro delle Comunicazioni, Paolo Romani, ha ‘monitorato’ la situazione, passeggiando da un salottino all’altro del corridoio le commissioni parlamentari. Poco prima della votazione, alcuni deputati sono usciti dalla commissione riportando di contatti in corso con Palazzo Chigi, in seguito alla richiesta del Pdl di ritirare l’emendamento perché diverso rispetto a quello concordato ieri sera. E’ seguita la richiesta al sottosegretario per i Rapporti con il Parlamento, Giampaolo D’Andrea, di rintracciare il suo ministro di riferimento, Piero Giarda. Quando Giarda arriva in commissione, però, la votazione sull’emendamento è già in corso, nonostante il tentativo di alcuni esponenti Pdl di bocciarla. Tentativo fallito anche grazie al contributo della Lega che si è schierata con il Pd, mentre l’Idv si è astenuto, creando una maggioranza ‘ad hoc’ per il beauty contest. "Si tratta di un colossale pasticcio, che ha determinato il voto contrario del Pdl in commissione Finanze sull’emendamento del governo" che annulla il beauty contest che prevede una gara pubblica per l’assegnazione delle frequenze tv. Paolo Romani, ex ministro dello Sviluppo economico, si sfoga così dopo quanto accaduto in commissione Finanze di Montecitorio e punta il dito contro Corrado Passera: "il ministro si è assunto la gravissima responsabilità di non tener conto delle indicazioni e degli accordi presi con il Pdl", dice all’Adnkronos Romani. "Trovo inammissibile – avverte – che un importante ministro di questo governo stabilisca prima un testo di un emendamento e poi diventa protagonista di una mediazione che non tenga conto di accordi precedentemente presi con il Pdl. E’ grave e inammissibile che questo ministro faccia una mediazione successiva con il Pd, senza rendersi conto della rilevanza dei cambiamenti intervenuti. Si tratta di un colossale pasticcio". Subito dopo il voto in commissione finanze, Romani ha avuto un colloquio con il ministro Giarda. Romani ha chiesto spiegazioni all’esponente del governo su quanto accaduto sull’emendamento. A quanto si apprende, la questione del beauty contest sarà fatta valere direttamente a Mario Monti. Non è escluso che già questa sera, durante il vertice a palazzo Chigi con i leader di Pd e Udc, Angelino Alfano chieda conto del "pasticcio" avvenuto in commissione. (Adnkronos)