La crisi del mondo editoriale non fa sconti in nessuna parte del mondo. Anche negli Usa, dove il modello economico dei grossi network sembrava ormai consolidato da decenni, l’attuale crollo sta provocando una vera e propria strage e le prime vittime, com’era prevedibile che fosse, saranno i dipendenti.
Ad aprire la classifica dei “network Usa in crisi” troviamo Abc News, costretta a effettuare tagli sul personale fino al 25%, così riducendo l’organico di circa 400 dipendenti. Secondo David Westin, direttore del network, le produzioni televisive costano ormai troppo e non possono più ricevere il necessario sostentamento dagli investimenti pubblicitari ancora in calo dopo la fine del 2009. Segue Cbs che, pur limitando la riduzione di forza lavoro a 70 posti, chiuderà la sede di corrispondenza di Mosca. Quanto alle sedi di Washington, Londra e Los Angeles si è ritenuto indispensabile progettare riassetti determinanti che, anche in questo caso, potrebbero condurre a piccoli tagli sul personale. Chi resiste meglio è Nbc, ma solo grazie alla sua tv via cavo, Msnbc, che riesce a riassorbire le perdite della prima grazie alle buone performance che stanno determinando la continua e progressiva crescita della seconda. Qualunque sia la tipologia di crisi che sta colpendo ognuno dei network, è importante ricordare che negli States l’audience serale si è dimezzato, passando da 50milioni di spettatori a circa 22milioni. La differenza degli utenti preferisce altri medium (internet compreso), a confermare il fatto che qualcosa si è mosso anche Oltreoceano, ma sembra che i network qui citati non si siano preparati a sufficienza per fronteggiare l’attuale crisi e per trovare soluzioni immediate alle vertiginose perdite di ascoltatori. (Marco Menoncello per NL)