(Radio Passioni) – Cosa vuol dire avere, una gestione razionale dello spettro delle radiofrequenze? Ci pensavo ieri guardando la pagina che la FCC americana ha messo a disposizione degli utenti che vogliono informarsi sul passaggio dalla televisione terrestre analogica a quella sempre terrestre ma digitale. Proprio come da noi, anche se i sistemi adottati sono diversi. E come da noi lo switchover televisivo preoccupa gli amministratori americani. Una delle prime mosse di Obama è stata quella di far slittare leggermente la data dello spegnimento degli impianti analogici. Una transizione che da noi comincia a creare un autentico allarme, perché le famiglie non hanno i decoder, il segnale non è abbastanza intenso o diffuso, insomma si rischia che per molte famiglie italiane quello digitale sia una switchoff non uno switchover.
Quali strumenti ha messo a disposizione la FCC? Per esempio un motore di ricerca che visualizza in pochi secondi la lista delle stazioni televisive ricevibili in una qualsiasi località americana, con una mappa di Google che visualizza la posizione degli impianti e un elenco ordinato per fasce di intensità del segnale (forte, moderata, debole, assente) e volendo il close up con il valore di soglia in decibel di questi segnali e con una mappa “gain/loss” che indica la direzione verso cui si concentra maggiormente il segnale. Un tool che qui sarebbe impensabile e che invece negli Stati Uniti è possibile con un po’ di normalissimo software e un database di dati tecnici perfettamente gestito.
Una gestione moderna, scientifica delle risorse spettrali, un database di frequenze studiate, assegnate, controllate, ricontrollate e persino tolte a chi non si comporta bene, implica l’esistenza di strumenti come questo e di tanti altri che oggi si trovano sul Web. Come l’interfaccia tra il database FCC e il programma Google Earth realizzata dalla società di consulenza Cavell Mertz & Associates sul sito FCCinfo.com. Provate a scaricare da questo sito il file KMZ, apritelo con Google Earth, attivate il layer e vedrete visualizzata sulla cartina fisica degli Stati Uniti tutte le stazioni radio e tv, i ponti ripetitori, i relay, le antenne.
Noi in Italia strumenti così non ce li avremo mai, perché non avremo mai un registro all’altezza del database FCC. Noi siamo ancora qui con gli elenchi compilati dagli appassionati, con le frequenze che passano di mano in mano (…), senza alcuna considerazione sugli effetti che questi passaggi finiranno per avere sugli apparecchi radio e televisivi in casa della gente. Che non sa neppure che cosa potrà ricevere in tv dopo che avranno spento gli impianti analogici. Una cosa mi fa un estremo piacere. Che quello più inguaiato di tutti, a lungo andare, potrebbe essere proprio quello che con la tv analogica terrestre ha conquistato, spesso violando le poche regole esistenti, una ricchezza e un potere rischiosissimi per l’intera collettività. Anche se dopo quello che è successo in Sardegna una vocina maligna mi sussurra che potrebbe uscirne fuori incolume, ancora una volta. Che forse, ormai, la frittata è fatta e la tv analogica non serve davvero più.