Ritorno alle origini della tv commerciale col sinallagma gratis vs pubblicità?
In un certo senso sì: lo sviluppo dell’offerta dei canali streaming gratuiti sostenuti dalla pubblicità (FAST acronimo di Free ad-supported streaming tv), che sta aumentando velocemente e considerevolmente, sembra confermare la tendenza.
A guidarla, oltre alla enorme diffusione delle smart tv, è il cord-cutting, il taglio degli abbonamenti alle principali piattaforme di streaming video on demand (SVOD).
Cord cutting italiano spinge l’offerta tv gratis
Una tendenza che comincia a manifestarsi chiaramente anche in Italia.
Tanto che, anche da noi, appare probabile il corteggiamento dei canali lineari di maggior attrattività per l’inserimento in cataloghi esclusivi da parte dei FAST player.
FAST 6,3 mld di dollari nel 2023
6,3 miliardi di dollari a livello globale, ma di cui l’80% solo negli USA: a tanto ammonta il volume dei ricavi 2023 del mercato FAST.
Raddoppio entro il 2027
Con una prospettiva di raddoppio entro il 2027, anche in conseguenza dell’interesse mostrato sul tema da Amazon, che ha aumentato la sua offerta FAST promettendo 100 serie e film originali su Freevee.
Amazon FAST views + 300%
Del resto, Amazon ha dichiarato che le visualizzazioni dei suoi canali FAST sono aumentate del 300% dall’inizio 2023.
Proiezioni
Di qui le proiezioni di Omdia, società di consulenza strategica nel settore dello streaming video, secondo la quale nel 2023 il FAST genererà a livello globale ricavi per 6,3 miliardi di dollari, di cui la quasi totalità (80%) negli USA.
Il paradosso
“Paradossalmente, a far crescere il FAST – oltre naturalmente alla esplosione delle smart tv e ad una maggior familiarità degli utenti con l’impiego – è l’aumento dell’offerta dello SVOD (quin a pagamento)“, spiega Massimo Rinaldi, ingegnere di Consultmedia, il cui osservatorio segue dall’inizio con estrema attenzione il mercato FAST.
Polverizzazione offerta SVOD
“L’offerta pay SVOD si sta polverizzando su un numero importante di piattaforme. Una volta essa era essenzialmente riferita a Netflix. Poi è arrivato Prime Video che ha eroso una parte della platea. Sono poi seguiti Disney, Paramount ed altri operatori.
3 abbonamenti
Con la conseguenza che oggi le serie più interessanti sono presenti in forma eterogenea su varie piattaforme, col risultato che occorrono mediamente 3 abbonamenti mensili per poterle seguire“.
Cord cutting
“Così, molti utenti hanno iniziato ad attuare il cosiddetto “cord cutting” (il taglio degli abbonamenti, ndr) e a guardare con interesse alle soluzioni gratuite FAST, come Pluto Tv (gruppo Paramount) e Rakuten tv, che stanno attirando una fascia di telespettatori interessati alla programmazione lineare, rispetto a quella on demand”, continua Rinaldi.
Pubblicità programmatica
“Anche il mercato pubblicitario si sta mostrando reattivo verso il FAST, che mostra, rispetto all’advertising della tv lineare terrestre, le opportunità della pubblicità programmatica tipica dell’AVOD (Advertising Video on Demand), di cui YouTube è la massima espressione ”, sottolinea il consulente.
Il mercato europeo…
In Europa, per ora, il mercato FAST è agli esordi, con una crescita interessante solo nel Regno Unito e in Germania, stimata nel 2027 rispettivamente a 500 e 200 milioni di dollari.
… e quello italiano
Secondo Omdia l’attuale (2023) valore del mercato italiano è infatti solo di 50 milioni di dollari, con prospettive di raddoppio entro il 2027.
Player FAST in Italia
I principali operatori FAST in Italia sono Pluto tv, Samsung tv Plus, Rakuten tv e LG Channels, che stanno progressivamente ampliando il proprio catalogo.
RaiPlay
Anche se il confine del FAST è incerto, considerato che un’offerta come quella di RaiPlay potrebbe essere considerata tale a tutti gli effetti, visto che contempla i concetti gratis + pubblicità.
Smart Tv
Ma a spingere in Italia il FAST è, prima che il gratis, lo sviluppo delle smart tv.
Già a metà 2022 l’Italia era al primo posto per diffusione della connected tv, secondo uno studio (sui servizi di streaming video on demand pay e free) condotto in UE6 (Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito) dall’istituto di ricerca indipendente francese Happydemics per conto di FreeWheel, società di Comcast (Sky) che fornisce software per pubblicità video.
Già a metà 2022 smart e connected TV in Italia all’86%. Top tra gli UE6
Nel dettaglio, se il 60% degli intervistati da Happydemics negli UE6 nel primo semestre 2022 accedeva alla connected tv (che comprendono anche dispositivi esterni come Apple Tv, Roku, Google Chromecast, console di gioco, ecc.) tramite smart TV (era il 49% nel semestre precedente), il singolo dato italiano si elevava all’86%, ponendo il nostro paese al vertice della classifica.
Attese di sviluppo ulteriore
E’ quindi lecito, atteso il tasso di crescita di anno in anno registrato dal 2019 ad oggi, che nel 2023 assisteremo ad una nuova importante crescita, anche se è scontato che il gap con gli altri paesi UE6 si ridurrà.
Richiesta di contenuti free supportati da pubblicità
E ciò tanto più che, secondo lo studio Happydemics, il 64% degli intervistati che usa la connected tv è interessato alle offerte FAST perché gratis.
No pay for play
Il dato fa intuire che ci sia un limite al numero di abbonamenti che gli spettatori sono disposti a pagare e che il potenziale dei servizi non pay sia in crescita.
Solo il 38% è disposto a pagare
Infatti, solo il 38% degli utenti di connected tv in Italia si è dichiarato pronto a pagare un abbonamento per accedere esclusivamente a contenuti adv-free. Una platea importante per i broadcaster, quella residuale.
Corteggiamenti in corso
“E’ molto probabile, quindi, che tutti i player dello SVOD si doteranno presto di canali FAST (in questo momento Netflix appare un grande assente) e verosimilmente assisteremo ad un corteggiamento di taluni fornitori di contenuti lineari di maggiore interesse, con ingaggi esclusivi”, conclude Rinaldi. Torneremo presto sul tema con importanti novità. (E.G. per NL)