Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni “ha preso atto, nella riunione odierna, delle integrazioni alla proposta di piano di Vivendi SA presentata ai sensi della delibera Agcom 178/17/CONS”.
Il predetto piano (consultabile qui), spiega l’Agcom in un comunicato, “indica, tra l’altro, le condizioni per individuare il soggetto indipendente il cui nominativo sarà previamente sottoposto all’Autorità unitamente al relativo mandato. A tale soggetto dovranno essere trasferite le quote di partecipazione in Mediaset SpA eccedenti il decimo del totale dei voti esercitabili nell’assemblea degli azionisti della Società (quindi quasi il 20%, ndr).
L’Autorità vigilerà sulla concreta attuazione dell’impegno a rimuovere la posizione vietata, entro il termine fissato dalla citata delibera.
Resta ferma, in ogni caso, l’attività di monitoraggio di Agcom volta a verificare che Vivendi SA non eserciti comunque un’influenza notevole su Mediaset, ai sensi dell’art. 2359 comma 3 del Codice Civile”.
La circostanza curiosa è che il comunicato Agcom arriva in coincidenza con quello della Commissione nazionale per le società e la Borsa (Consob) con cui l’autorità indipendente conferma che all’esito della istruttoria condotta, la partecipazione di Vivendi in Tim “deve essere qualificata come una partecipazione di controllo di fatto ai sensi dell’art. 2359 del codice civile e dell’art. 93 del TUF, oltre che della disciplina in materia di operazioni con parti correlate“.
Tim, che ha ricevuto il provvedimento di Consob sul controllo di fatto di Vivendi, rileva che “si discosta in maniera rilevante dalla consolidata interpretazione in materia di controllo societario, cui TIM (e ragionevolmente il mercato intero) si è sempre costantemente e rigorosamente attenuta”. La società “porrà in essere le azioni legali a propria tutela nelle sedi competenti, sicura della correttezza dei propri comportamenti e della solidità delle proprie argomentazioni” si legge in una nota del gruppo. (E.G. per NL)