Scaduta l’esclusiva nella trattativa tra Ti Media e Cairo Communication per La7, gli antichi pretendenti si riaffacciano alla finestra.
Sembra ci sia poco spazio per altre offerte, riferiscono in ambienti vicini al dossier, ma nonostante questo Diego Della Valle e Clessidra sono pronti a giocarsi le loro carte e stanno studiando una nuova proposta congiunta da presentare al Cda di Telecom. La trattativa con Cairo sarebbe in stato molto avanzato e intorno al tavolo, secondo quanto trapela, il clima è sereno, un compromesso è a portata di mano e ad allungare i tempi per arrivare alla firma sarebbero soltanto tecnicalità legate al fatto che il contratto è complesso. C’è fiducia che la vendita della tv all’imprenditore possa andare in porto anche se è probabile che si continuerà a trattare fino a ridosso del cda di Ti Media, convocato per lunedì 4 marzo. Intanto la Borsa tiene le orecchie tese e il titolo Ti Media, che in avvio di seduta cedeva oltre il 2% sui timori che la vendita de La7 potesse non andare a buon fine, sul finale di seduta ha invertito tendenza chiudendo in rialzo dello 0,59 per cento. Secondo indiscrezioni fra i nodi da sciogliere ci sono le garanzie chieste al compratore. Cairo si deve impegnare a investire il ‘vendor loan’ da 95 milioni di euro nella ristrutturazione e rilancio de La7 e a firmare un ‘lock up’ di un anno e mezzo o due. Pomo della discordia sarebbe il ‘tasto 7’ del telecomando dove oggi trova posto la rete di Ti Media ma che – dopo il ricorso di Telenorba – si era temuto potesse essere riassegnato. In realtà non sono attese rivoluzioni nel nuovo piano di numerazione automatica dei canali (LCN), in particolare nelle prime nove posizioni (che nel vecchio piano sono quelle destinate alle emittenti nazionali). Oggi il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni si è riunito per un primo giro di tavolo sul nuovo ordinamento e ha fatto il punto, secondo quanto si apprende, sui risultati della consultazione pubblica e dell’indagine conoscitiva sulle abitudini e propensioni degli utenti. Entro fine mese il nuovo regolamento dovrebbe arrivare in Consiglio per essere varato. Intanto Telecom Argentina, la controllata sudamericana di Telecom Italia, ha annunciato di aver chiuso il 2012 con un utile netto di 2,732 miliardi di pesos (circa 414 milioni di euro), in crescita del 7 per cento e un giro di poltrone con Stefano De Angelis, 45 anni, nominato Ceo al posto di Franco Bertone, in Argentina dal 2009 e destinato ad altri incarichi all’interno del gruppo. Nel frattempo Telefonica, socio di Telecom attraverso Telco, ha chiuso il 2012 con l’utile netto in calo del 27,3% a 3,928 miliardi, condizionato da perdite per 2,54 miliardi legate alle rettifiche di valore sulle quote in Telco (949 milioni), Telefonica Irlanda (513 milioni) e alla svalutazione del bolivar venezuelano (417 milioni). In ‘casa infine Telecom deve fare i conti con la decisione dell’Autorità per le tlc che ha approvato i prezzi dei canoni mensili di accesso 2012 per i concorrenti che si servono della nuova rete in fibra ottica: le tariffe previste sono inferiori rispetto a quelle proposte dal gruppo di tlc. (ANSA)