E’ da novembre che chiedo chiarimenti e non ho ancora risposte. Dopo tanti sassolini, e’ arrivata l’ora di tirare una grossa pietra per modificare il ventennale sistema di rilevazione dei dati di ascolto. Bisogna cambiare le regole, cosi’ non si va avanti”.
Lo afferma in un’intervista a Repubblica, Giovanni Stella, a.d. di T.I.Media, che controlla La7, parlando dell’Auditel, il sistema di rilevazione dei dati di ascolto che cosi’ comïe’ “non va. I nostri investitori e la Cairo Pubblicita’ dimostrano che in termini di ascolto valiamo di piu’: almeno il 5% di share. E questo share equivale alla effettiva raccolta fatta nel 2011 e allïinizio del 2012. Ecco perche’ gli inserzionisti continuano a investire su La7: 10 milioni in piu’ rispetto agli importi previsti nei primi tre mesi dell’anno. La7 viene misurata male dall’Auditel, mentre Rai e Mediaset, in maggioranza nel Cda, hanno un vantaggio strutturale. Non a caso anche Sky ha un contenzioso con Auditel”. Inoltre, “sono in cantiere altri programmi. Stiamo ragionando a un progetto con Cristina Parodi per un contenitore pomeridiano anche se ancora non abbiamo firmato il contratto”. Alla domanda come valuta i flop di La7, Stella risponde che “Era impensabile che proseguissimo con lo stesso trend di crescita del Tg di Mentana. In questi mesi sono cresciuti Lillli Gruber (8 e mezzo e’ al 5,4% di share) e Gad Lerner (L’infedele e’ al 4,4%), ma i programmi hanno bisogno di tempo per crescere. Soprattutto ora che non c’e’ piu’ Berlusconi. Non rimpiango Berlusconi. Ma certo la sua uscita di scena ha prodotto problemi sull’intrattenimento tv. Tutti siamo piu’ concentrati intorno ai problemi del Paese”, conclude. (MF-DJ)