Dopo il boom d’inizio anno, Netflix ha chiuso il secondo trimestre con risultati non troppo brillanti. La stessa piattaforma ha definito i tre mesi conclusisi lo scorso 30/06/2018 “forti ma non stellari”, a discapito dell’avanzamento che si era auspicato nei mesi precedenti.
Il secondo trimestre 2018 è stato a dir poco deludente e i dati finanziari parlano chiaro. Il flop si è avuto soprattutto sul fronte degli abbonamenti: i nuovi utenti registrati tra aprile e giugno sono stati 5,14 milioni, circa un milione in meno di quanto previsto dalla società e dagli analisti. Dei nuovi iscritti, 670 mila utenti si sono registrati nel mercato statunitense e 4,47 milioni nel resto del mondo; le previsioni, contrariamente, stimavano 1,23 milioni di sottoscrizioni negli USA e 5,11 milioni all’estero.
I ricavi complessivi si sono assestati a 3,9 miliardi di dollari (erano 3,7 miliardi nel primo trimestre), in crescita comunque del 40,3% rispetto allo stesso periodo del 2017, mentre l’utile netto è stato di 384 milioni di euro, superando quello dei primi tre mesi del 2018 e le attese per il trimestre appena concluso (circa 358 milioni). In Borsa, però, il titolo del servizio di svod quotato al Nasdaq ha perso il 14%.
Conseguentemente, il forte rallentamento nel secondo trimestre del gruppo di Reed Hastings sta allarmando gli addetti ai lavori, che per il prossimo trimestre hanno adottato la massima prudenza, annunciando stime più contenute.
I fattori che hanno influito su questa contrazione sono da ricercarsi sicuramente nella concorrenza invadente di nuovi gruppi come AT&T – Time Warner (la fusione tra le due società è avvenuta di recente), oppure di altri colossi come Walt Disney Company e Comcast, che da mesi si stanno scontrando rilanciando offerte per mettere le mani sugli asset della 21st Century Fox. Anche Amazon, dal canto suo, con il suo servizio Prime Video, sta dando pensieri a Netflix. Di fronte a questa situazione, l’ott continua comunque a voler fare ingenti investimenti per rendere il suo servizio di video streaming on demand sempre più di qualità: per quest’anno ha infatti annunciato di voler implementare l’alta definizione. Inoltre, ha deciso di spendere oltre 8 miliardi di dollari in produzioni originali, creando 700 serie. Quindi, se vorrà continuare a realizzare questi grandi progetti, forse la grande N dovrà cambiare strategia.
A tal proposito, proprio come riporta il quotidiano Italia Oggi, la piattaforma svod sembra stia sperimentando una nuova offerta, aumentando il costo di abbonamento di 3 euro (16,99) rispetto alla tariffa Premium; in Francia addirittura ha raggiunto la soglia di 19,99 euro al mese. Sarà un cambio di rotta decisivo? I telespettatori fedeli a Netflix saranno davvero disposti a pagare di più per la qualità che questa offre? (G.S. per NL)