Nell’articolo pubblicato martedì 20 aprile abbiamo analizzato il potenziale economico della nuova Superlega e fatto alcune ipotesi sulla questione dei diritti televisivi.
Certo non ci attendevamo che così forti pressioni politiche e mediatiche da parte dell’establishment della Champions League avrebbero imposto un colpo di freno al progetto la sera stessa della pubblicazione.
La comunicazione….
L’iniziativa denominata The Superleague è stata annuciata tramite un comunicato stampa rilasciato nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 aprile 2021. Molto secco il tono del comunicato, che sembrava dire “abbiamo già deciso tutto noi”.
…disastrosa
La scelta di diramare un comunicato scritto e non – ad esempio – organizzare una conferenza stampa con la presenza dei promotori, ha senz’altro contribuito all’immediato rifiuto da parte di molti, nonché facilitato il successivo tirarsi indietro di chi infondo non ci aveva messo la faccia.
Brexit
Il collasso (se si confermerà tale) ha avuto inizio durante la serata di martedì. Si è trattato di un vero secondo brexit, questa volta non del Regno Unito dall’Europa, ma dei club inglesi dalla neo-costituita Superlega. Vita facile per gli altri club: è bastato dire che se senza gli inglesi nulla ha più senso (l’opposto di quanto l’Europa ha dichiarato a fronte del vero brexit).
L’annuncio
Il comunicato ufficiale è tuttora assente dal sito thesupreleague.com, ma tutte le fonti europee riportano a uno sgranato jpg di un annuncio pubblicato su twitter da Fabrizio Romano. In questo si afferma che i presupposti sui quali era nata la Superlega restano validi, ma la situazione venutasi a creare imporrebbe di intraprendere dei passi per un reshape del progetto.
Il titolo Juventus
Avevamo iniziato l’articolo originale commentando il balzo in borsa del titolo della Juventus (+19%). Qui sopra la situazione aggiornata a seguito del possibile reshape. La valutazione della società è tornata ai livelli che aveva immediatamente prima della seconda ondata COVID, segno che il mercato valuta molto negativamente la rinnovata centralità di UEFA.
TV Rating
Fatto che non meraviglia se andiamo a analizzare qualche dato sugli ascolti televisivi riguardanti le coppe organizzate dalla UEFA, Champions League e Europa League.
Che non sono entusiasmanti.
Champions League? Meglio “Rocce Nere”
Prendiamo il caso francese: nel 2019 la finale della Champions League trasmessa su RMC Sport e BFM TV aveva fatto registrare solo 2,5 milioni di telespettatori, venendo battuta perfino dal telefilm Rocce Nere su TF3.
Migliori risultati sono stati ottenuti nel 2020, ma questa volta il match era promosso sulla rete principale in chiaro francese (TF1), dunque non sono direttamente paragonabili con gli anni precedenti.
Champions League? Meglio “Francia-Bolivia”
Sempre in Francia nel 2018 aveva fatto scalpore la maggior audience ottenuta dalla amichevole Francia-Bolivia (su TMC) rispetto alla finale Champions League (Canal+, BeIN Sports e in chiaro su C8).
Un trend preoccupante
Il trend è in continua discesa già dal 2012, come possiamo osservare dalla tabella. E il problema non si limita alla Francia.
Regno Unito
Nel Regno Unito l’insieme delle partite della Champions League ha registrato nel 2020 ascolti inferiori ai tre anni precedenti, suscitando una certa inquietudine da parte della UEFA.
Italia
Per quanto riguarda l’Italia, il sito Calcioefinanza indica una media di soli 5 milioni di ascoltatori per la Champions edizione 2018/2019 a fronte di 6,2 milioni nella precedente stagione 2017/2018 e 6,7 milioni nella stagione ancora precedente.
I migliori risultati di ascolto da parte di due squadre della Superlega
Nessun match del 2019 ha toccato la soglia di 10 milioni di spettatori. Quota invece largamente superata l’anno precedente in occasione di Real Madrid-Juventus: due squadre promotrici della Superlega.
Champions League, Il caso 2020
Per completezza di informazione riportiamo come il web sia pieno di articoli trionfalistici riguardanti gli ascolti della finale della Champions svoltasi nel 2020. Attendiamo di vedere i dati del 2021, quando il mondo sarà forse uscito dalla fase pandemica con le sue anomalie nella fruizione dei media.
E I ricavi?
Leggendo la documentazione ufficiale di UEFA il fenomeno della contrazione degli ascolti non è affatto evidente, semmai il contrario. Fatto controintuitivo, visto che – come riportato nell’articolo precedente – i diritti TV giocano la parte del leone nei ricavi UEFA. Potrebbe comunque essere il risultato di una contrattualistica rinnovata di triennio in triennio. Il prossimo bilancio chiarirà questo punto.
Una grave situazione finanziaria
Lo stop della Superlega potrebbe rivelarsi un autogol per il mondo del calcio. L’intervento di JPMorgan, impegnata a iniettare 3,5 miliardi di euro up front avrebbe aiutato alcuni club a uscire da una situazione di grande indebitamento. Per fare un esempio, la Juventus dovrà rimborsare nel 2024 un bond (obbligazione) del valore di 175 milioni di euro e molti altri team sono in situazioni analoghe.
Il caso Paris Saint-Germain
Il caso del PSG è emblematico. Il club aveva appena ottenuto un prestito di 80 milioni di euro da parte dello stato francese, che probabilmente ha permesso al presidente Macron di obiettare (alla francese: vietare) al club di aderire a Superlega. E infatti già lunedì il presidente Macron aveva congratulato le squadre francesi per la loro scelta.
Uno svecchiamento necessario
Inoltre, non possiamo escludere che con Superlega il gioco stesso sarebbe stato in parte svecchiato, come accaduto nella Formula E con invenzioni quali la presenza del DJ ed la funzionalità Fanboost.
L’importanza dei diritti televisivi
In un’intervista a La Repubblica Andrea Agnelli ha evidenziato alcuni punti nodali: “Viviamo con la pressione del risultato. Se perdiamo due partite di fila (voi giornalisti, ndr) titolate ”Crisi fotonica”. La stabilità consente di far crescere risorse come un allenatore alla prima esperienza. E i giovani. (…) Sono statistiche, potrei organizzare un simposio sull’evoluzione del mercato e sull’incidenza dei diritti televisivi sulla geografia del calcio europeo”, si legge nell’articolo.
Stabilità
Con stabilità si fa riferimento al fatto che uno dei criteri fondanti della Superlega era il trasferimento della ricchezza generata dai diritti televisivi a tutte le squadre partecipanti, indipendentemente da risultati e classifiche.
Il concorrente della Champions League? Fortnite
Sempre Agnelli afferma che esiste la necessità di “contrastare quello che i giovani riproducono sulle piattaforme digitali, trasformando il virtuale in reale perché è maturata ormai la necessità di scontrarsi con i videogiochi sul loro stesso terreno e fronteggiare la concorrenza dei vari Fortnite, Call of Duty eccetera, autentici catalizzatori dell’attenzione dei ragazzi di oggi destinati a essere gli spender di domani”.
Developing Story
In una dichiarazione pubblicata venerdì il presidente del Barcellona ha affermato che la Superlega è tuttora necessaria, mentre il presidente del Real Madrid ha aggiunto che per uscirne le squadre dovrebbero pagare delle penali, cosa che nessuna ha fatto.
E resta irrisolto il problema dei giovani, che “non guardano il calcio”.
Problemi non risolti
Affermazioni che confermano l’analisi di Lapo de Carlo durante le rubriche sportive di Giornaleradio: l’apparente collasso della Superlega non cambia la sostanza di un mondo dei grandi club in sofferenza finanziaria e desiderosi di modificare alcune regole che non premiano il potenziale economico dello sport. (M.H.B per NL)