Gli ingenti investimenti effettuati nel corso dei quattro anni trascorsi dal lancio della tv mobile non hanno dato i frutti sperati, tanto che TIM ha annunciato che entro fine anno spegnerà il suo canale DVB-H – nonostante il contratto quinquennale stipulato a suo tempo con Mediaset per l’uso delle frequenze e della rete scada nel corso del prossimo anno.
Con tutta probabilità anche Vodafone la seguirà a ruota, mentre 3Italia sembra essere l’unica che ancora crede nel servizio. Un progetto da milioni di euro ed ora clamorosamente fallito: per Tim e Vodafone si parla, infatti, di cifre che si attestano attorno ai 14 milioni di euro (l’anno) – ma solo per l’uso delle frequenze e della rete, in quanto, la cifra raggiunge quota 140 milioni di euro se si aggiungono i costi per i contenuti –, mentre 3Italia, per avere le frequenze, aveva addirittura acquistato un’emittente – Canale7 – alla modica cifra di 220 milioni di euro. Le principali cause del flop sembrano potersi riscontrare in primis nella mancanza di servizi aggiuntivi o innovazioni legati alla mobile tv, trattandosi del semplice trasporto di contenuti televisivi sul mobile. Inoltre, la crescente penetrazione di internet tra gli italiani nonché la diffusione di nuove tecnologie quali smartphone e tablet pc hanno messo in secondo piano la tv su cellulare. Le frequenze DVB-H liberate entreranno nel calderone del dividendo digitale esterno, di cui si attende l’annuncio dell’asta per la rassegnazione (e dalla quale sono attesi ricavi per 2,5 miliardi di euro, contro i 4 incassati in Germania). Si auspica che tali frequenze siano destinate al potenziamento e miglioramento della la banda larga mobile, al fine di ovviare ai problemi che attualmente affliggono il traffico internet da dispositivi mobile: connessioni rallentate per via del sovraffollamento, operatori che addirittura non consentono di utilizzare il cellulare come modem o compagnie telefoniche che chiedono il pagamento di un surplus per avere accessi alla rete più veloci. (M.C. per NL)