Negli ultimi 25 anni, la vita media dei televisori è scesa da 10 a 7 anni, favorendo l’ascesa della smart tv fino a farla diventare il device predominante nella fruizione di contenuti (perché tutti i nuovi televisori sono connected).
Nel terzo trimestre del 2024, il 78% degli utenti connessi negli USA possedeva una smart tv, mentre in Europa la quota era del 76%, con un incremento del 25% in tre anni.
Il tempo di visione su smart tv nel continente europeo è cresciuto del 25% tra il 2021 e il 2024, con la fascia 55-64 anni quale principale utilizzatrice.
L’aumento è dovuto sia alla semplificazione dell’accesso ai contenuti streaming dalle home page TV, sia alla crescente familiarità degli utenti con i dispositivi connessi.
Che effetti sta avendo tale condizione sulle strategie degli editori radiotelevisivi?
NL ne ha parlato con alcuni esperti, anche a riguardo delle prossime misure di prominence in applicazione della delibera 390/24/CONS di Agcom e di una interessante sperimentazione nell’ambito della hybrid tv tra MeWay, Com-Nect e Intecgroup sul canale nazionale 262.
Sintesi
Il ricambio dovuto alla vita ridotta del televisore ha determinato l’elezione della smart tv a device dominante per la fruizione di contenuti negli Stati Uniti e l’aspettativa che lo diventi anche in Europa nel corso di questo anno.
Nel terzo trimestre del 2024, infatti, il 78% degli utenti connessi statunitensi possedeva una connected tv, rispetto al solo 59% del terzo trimestre del 2016.
L’Europa sta assistendo a una tendenza simile: nel terzo trimestre del 2024, il 76% degli utenti connessi nel vecchio continente ha dichiarato di possedere una smart tv, con un aumento del 25% negli ultimi tre anni.
La crescita coincide con un aumento del 25% del tempo di visione della smart tv tra il terzo trimestre del 2021 ed il periodo analogo del 2024.
La fascia d’età dominante nella fruizione attraverso smart tv è quella compresa tra 55 e 64 anni.
Ciò riflette una tendenza simile nella visione di contenuti digitali di tale target, che è aumentata del 61%, anche per l’effetto, da una parte, di una maggiore semplificazione d’accesso dalle home page dei tv ad una gamma di piattaforme di streaming online e, dall’altra, da una conseguita maggiore familiarità del pubblico nell’uso di device connessi.
Conseguenza di ciò, in Italia, è l’esplosione di soluzioni ibride “jump HbbTV”, ma anche l’integrazione di contenuti on demand attraverso il DTT, come dimostra l’interessante sperimentazione condotta in sinergia da MeWay, Com-Nect ed Intecgroup, player impegnati da 15 anni nel processo di ibridazione DTT/IP che sta raggiugendo ora l’apice.
Ampere Analysis: negli Stati Uniti e in Europa il tempo dedicato alla visione della smart tv aumenta ancora di oltre un quarto
Oggi le tv connesse sono il dispositivo predominante per la fruizione di contenuti negli USA: lo attestano i recentissimi dati di Ampere’s Media Consumer.
Un terzo del tempo di visione tra gli utenti connessi avviene attraverso smart tv
Il tempo trascorso a guardare contenuti su smart tv è aumentato del 27% dal primo trimestre del 2021: ciò significa che quasi un terzo (31%) del tempo di visione tra gli utenti connessi avviene tramite un televisore collegato alla rete.
Over tv
Una percentuale superiore a qualsiasi altro dispositivo connesso, al punto da eleggere la smart tv come device predominante. Tra questo gruppo, la quota di visione delle connected tv ha superato quella della TV tradizionale nel terzo trimestre del 2022 e da allora è in continua crescita.
Device predominante
Gli utenti statunitensi connessi trascorrono sempre più tempo a guardare contenuti su smart tv, con una media di oltre 90 minuti al giorno (equivalenti a più di un’ora e mezza).
Possessori smart tv
L’aumento della visione di contenuti dalle smart tv è prevedibilmente conseguenza della naturale sostituzione del parco televisori (come già detto, la vita media di un tv si è ridotta dai 10 anni di inizio millennio agli attuali 7).
Dal 59% di possessori USA di smart tv del 2016 al 78% del 2024
Nel terzo trimestre del 2016 il 59% degli utenti statunitensi possedeva una connected tv; percentuale incrementata fino al 78% nel terzo trimestre del 2024 e che coinvolge la fascia d’età compresa tra i 55 e 64 anni.
Semplificazione e familiarità
Ciò riflette una tendenza simile nella visione di contenuti digitali di tale target, che è aumentata del 61%, anche per conseguenza, da una parte, di una maggiore semplificazione d’accesso dalle home page dei tv ad una gamma di piattaforme di streaming online e, dall’altra, da una conseguita maggiore familiarità del pubblico nell’uso di device connessi.
Europa come gli USA
L’Europa sta assistendo a un trend analogo: nel terzo trimestre del 2024, il 76% degli utenti connessi ha dichiarato di possedere una smart tv, con un aumento del 25% negli ultimi tre anni.
+25% del tempo di fruizione in 3 anni
La crescita coincide con un aumento del 25% del tempo di visione della smart tv tra il terzo trimestre del 2021 e il periodo analogo del 2024.
Nel vecchio continente resistono le abitudini
Tuttavia, gli utenti connessi europei dedicano ancora una quota maggiore del loro tempo di visione ai canali TV tradizionali (lineari via etere), a dimostrazione del residuo forte appeal nella regione. In media, trascorrono poco meno di un’ora al giorno a guardare contenuti su smart tv.
Smart tv device predominante anche in Europa entro il 2025
Da noi, quindi, le tv connesse non sono ancora il device predominante, anche se le stime di Ampere Analysis sembrano dimostrare che lo diverranno entro la fine del 2025.
Effetti sulle strategie degli editori radiotelevisivi
“L’attestata maggiore familiarità degli utenti coi dispositivi connessi in generale e la smart tv in particolare, oltre all’elezione di quest’ultima come device predominante nel godimento di contenuti sta già avendo notevole impatto sulle scelte strategiche degli editori“, commenta Massimo Rinaldi, ingegnere di Com-Nect, società di ibridazione radio-tv del gruppo Consultmedia.
Piattaforme e preminenza
“In questo senso va sia l’integrazione di contenuti terzi di spessore diffusi in lineare via etere, attraverso un’attenta operazione di scouting da parte di piattaforme captive online di produttori di smart tv come Samsung (con la piattaforma Free Ad-Supported Streaming TV Samsung Tv Plus) che il provvedimento di Agcom (Del. 390/24/CONS) sulla prominence dei servizi di interesse generale (SIG) su tutti i device connessi ed i sistemi di aggregazione, il cui primo elenco conseguente al popolamento di dicembre 2024 sarà pubblicato a breve – continua Rinaldi -.
Incentivazione al jump
Ma c’è anche un’altra conseguenza interessante, posta a metà strada. Il fatto che quello connesso sia ormai anche da noi il televisore predominante, sta inducendo sempre più editori a superare i limiti della ridotta capacità trasmissiva disponibile sul DTT (ed i costi conseguenti) integrando le soluzioni HbbTV jump (il passaggio automatico da DTT a IP)”, annota l’ingegnere.
DVB-I bruciato dal jump?
“A tutti gli effetti ciò conclama un’anticipazione dell’affermazione del DVB-I. Anzi, potrebbe anche essere che quest’ultima tecnologia possa non affermarsi proprio in conseguenza di un utilizzo massiccio del jump HbbTV, soluzione tecnica che mi piace ricordare essere maturata in Italia“, precisa il cto di Com-Nect.
Nuovi modelli di business
L’ascesa della smart tv come device predominante per la fruizione dei contenuti spingere inevitabilmente verso la ridefinizione dei modelli di business editoriali.
Pubblicità mirata in proprio e monetizzazione FAST
La pubblicità mirata su piattaforme di proprietà e la monetizzazione delle piattaforme FAST (Free Ad-Supported Streaming TV) stanno diventando centrali nelle strategie delle emittenti, che devono adattarsi a una distribuzione sempre più ibrida tra digitale e broadcast.
Convergenza tra lineare e on-demand sul canale 262 di ByoBlu
“L’integrazione tra TV lineare e contenuti on-demand sta diventando la norma, come dimostrano soluzioni ibride simili a quella sperimentata in questi giorni sul canale 262 di ByoBlu (evoluzione della tecnologia utilizzata per il canale DTT 254) attraverso una joint venture tecnico commerciale tra MeWay, Com-Nect ed Intecgroup.
User friendly
Le smart tv consentono la convergenza del flusso continuo (via etere e streaming) con quello a richiesta, grazie a interfacce sempre più intuitive e quindi facili da impiegare – commenta Francesco Cirsone di Intecgroup. – Questa tendenza riduce il divario tra canali tradizionali e servizi OTT, portando gli editori a investire in nuove esperienze di fruizione”.
Ruolo strategico dei produttori di smart tv
Per questo produttori di smart tv, come Samsung e LG, stanno diventando attori chiave nella distribuzione dei contenuti, grazie alle loro piattaforme proprietarie. Il controllo sulle interfacce utente e sulle sezioni di contenuti consigliati li rende intermediari sempre più influenti, ridefinendo il rapporto tra broadcaster, piattaforme streaming e spettatori.
Dinamiche regolatorie e prominence
“L’aumento del consumo su smart TV ha spinto le autorità di regolamentazione a intervenire per garantire visibilità ai servizi di interesse generale (SIG).
L’esperimento italiano
In Europa, la Delibera Agcom 390/24/CONS rappresenta un passo in questa direzione, imponendo regole sulla prominence dei contenuti di rilevante interesse all’interno degli ecosistemi digitali“, è il commento di Gloria Siri, giurista di Consultmedia impegnata nella governance contrattuale nei rapporti tra fornitori di contenuti e piattaforme FAST e comunque terze.
L’obbligo da giugno 2025
“Ricordiamo che dal 06/06/2025, entreranno in vigore nuove disposizioni dell’Agcom (discendenti dalle delibere 294/23/CONS e 390/24/CONS) volte a riequilibrare la visibilità tra servizi di streaming e canali televisivi tradizionali.
Telecomandi con tastierino numerico obbligatori
Dopo l’obbligo – già in vigore dal 06/12/2024 – di adeguare i telecomandi, dei quali almeno uno contenente i tasti numerici (da 0 a 9) per consentire l’accesso ai canali della televisione digitale terrestre, mentre l’altro (che non prevede tasti numerici) che includa un tasto per l’accesso alla selezione delle sorgenti video, dal prossimo 6 giugno scatterà anche l’obbligo di inserire una sezione dedicata ai canali lineari nelle home page delle smart tv, identificabile tramite l’icona standard definita da Agcom attraverso la delibera 259/24/CONS.
Due telecomandi per un’unica smart tv?
L’adeguamento, con ogni probabilità, porterà i produttori a fornire due telecomandi con ogni smart tv: uno conforme alle nuove regole, fissate dalla prominence, con tastierino numerico e tasti dedicati al digitale terrestre ed uno più orientato ai servizi di streaming (qualora essi siano già presenti nelle linee di produzione, come nel caso di quelli con le call-to-action verso Netflix, Prime Video, Disney, ecc.). In questo modo, i consumatori potranno scegliere liberamente quale modalità di fruizione privilegiare, bilanciando tra tradizione e innovazione nel panorama audiovisivo.
Lo scenario atteso
Posto che, in uno scenario del genere, è altamente probabile che gli utenti privilegeranno i telecomandi maggiormente orientati allo streaming su una smart TV destinata a diventare il device predominante anche in Europa entro il 2025, gli editori dovranno adattarsi a una distribuzione sempre più centrata su IP.
Questione di sostenibilità al cospetto della trasformazione
Il futuro della televisione si gioca sulla capacità di coniugare contenuti tradizionali e digitali, ottimizzando la user experience e garantendo una sostenibilità economica in un mercato in continua trasformazione. Perché non è detto che la prominence, da sola, basterà a garantire una posizione in evidenza dei SIG“, chiosa la giurista. (E.G. per NL)