Mondiali di calcio: Sky vs Mediaset e, più in generale, Berlusconi contro tutti. Gli elementi ci sono tutti per appassionare il popolo italico ad una questione di natura prettamente commerciale, che però si sta trasformando in una partita tutta politica. E a decidere saranno degli arbitri esterni: la Commissione Europea e la Camera di Commercio di Parigi. Per capire di che si tratta occorre fare un passo indietro. Il problema è, infatti, del tutto nuovo per il pubblico italiano. Si parla di Mondiali di Calcio, materia che per la maggior parte di chi legge era di competenza esclusiva della RAI, almeno fino a qualche anno fa. Invece il mondo sta cambiando e non si può più dare nulla per scontato. Da quando esiste la tv satellitare, infatti, si possono comprare sia i diritti per le partite in chiaro che quelli per la pay tv. Non a caso gli ultimi mondiali si potevano seguire sia sulla RAI che su Sky. Ma il quadro ora si è complicato ulteriormente con l’avvento del digitale terrestre, i cui diritti sono ovviamente sul mercato. Per i Mondiali in Sud Africa RAI aveva fatto piazza pulita, salvo poi rivendere parte della spesa a Sky, all’interno di un accordo di scambio che riguardava i diritti televisivi dei giochi Olimpici 2010 e 2012. La RAI si è tenuta i diritti per le partite in chiaro e Sky si è comprata quelli sulla tv satellitare e sul digitale terrestre. E qui casca l’asino. Perché Sky sul digitale terrestre a pagamento al momento non può operare (a seguito del noto vincolo che impedisce l’ingresso sul DTT prima della fine del 2011, sebbene l’UE stia valutando la possibilità di anticipare la fine dell’embargo tv). E Mediaset, che vorrebbe trasmettere i Mondiali sui propri canali Premium, ritiene che Sky sia obbligata a vendere questi diritti, perché Sky non dovrebbe detenerli senza avere la possibilità di utilizzarli. Siccome in ballo ci sono gli incassi televisivi derivanti dall’evento sportivo e mediatico più seguito al mondo, la questione si è fatta abbastanza spinosa e il tutto sarebbe riconducibile ad una normale controversia tra aziende, se non vivessimo nel Paese del conflitto di interessi permanente, con Berlusconi a capo di un Governo tacciato di aver legiferato più volte in odore di partigianeria. Per cui il tutto si è trasformato nella solita bagarre nazionale, con consueta formazione di schieramenti pro e contro Sky, pro e contro la libertà di espressione. Converrebbe invece mantenere la calma, e attendere le decisioni degli organi preposti, senza lanciarsi in interventi a gamba tesa come stanno facendo i principali quotidiani italiani. Meglio sarebbe aspettare che ci sia qualcosa di concreto di cui parlare, analizzandone le conseguenze. In ogni caso gli italiani possono continuare a dormire sonno tranquilli. Perché di sicuro le partite della nazionale saranno trasmesse anche da RAI, senza sborsare un euro. Per tutto il resto ci sarà comunque da pagare qualcosa. All’uno o all’altro operatore. (A.D. per NL)