Inaspettata o meno, è ferma la decisione di Sky: un perentorio no agli spot di Premium sul canale 8 del digitale terrestre. Con lo sfacciato sbarco sulla tv in chiaro (Cielo, Sky Tg24 e Mtv8), la strategia direzionale di Sky sembra sempre più puntare sul mercato pubblicitario.
Del resto, è palese che, una volta assestatasi la cifra di abbonati alla pay tv sat (cavallo di battaglia di Sky, che è leader del segmento ma stabile sui 4,725 mln), si sia reso inevitabile puntare su nuove strategie di mercato, come la raccolta pubblicitaria sui canali free, direzione su cui sembra fermamente avviato l’amministratore delegato Sky, Andrea Zappia. Sulla stessa linea, Jeremy Darroch, ceo di Sky Group, che lo scorso luglio dichiarava: “In Italia il nostro business sta traendo benefici dalla crescita di canali free del digitale terrestre come Cielo, Sky Tg24 e vediamo in questo comparto delle grandi opportunità nel futuro”. Opportunità ampiamente sfruttate con la recentissima acquisizione di Mtv8, la cui raccolta pubblicitaria è gestita direttamente dalla concessionaria Sky Media, che scommette con spiccato ottimismo sul potenziale del canale: nei primi sei mesi del 2015 il canale ha portato a casa 17,1 mln di euro in advertising (+7,5% rispetto al 2014) e nell’anno potrebbe pesare attorno ai 30 mln di euro complessivi. A dispetto di tali premesse, il gruppo Sky ha rifiutato di accogliere pianificazioni pubblicitarie della concorrente Mediaset Premium (la pay tv DTT e IP dei Berlusconi) all’interno della partita di Europa League Fiorentina Basilea, trasmessa in diretta su Mtv8 lo scorso 17 settembre. Sicuramente la guerra fredda in corso tra Sky e Mediaset a suon di diritti tv, audience e ricavi pubblicitari non è una novità, ma qui parliamo di cospicui ricavi cui solitamente non si può dir di no. La stessa Mediaset manda in onda gli spot Sky sulle sue reti in chiaro, un compromesso forse maldigerito, ma ben ricompensato a suon di mln di euro. Sky, invece, dice no: pare che il motivo sotteso al rifiuto risieda nella volontà di preservare e tutelare il suo core business di pay tv dalla concorrenza di Premium, respingendo cospicue pianificazioni per Mtv8. E questo nonostante il gruppo Murdoch stia puntando dritto sul mercato pubblicitario. Trattasi di strategia ad alti livelli, perfettamente curata a livello molecolare, oppure barbara ripicca, memore di precedenti storici, volta a escludere con malcelato astio qualsiasi fastidiosa interferenza della storica rivale? Sicuramente possiamo ricordare che non è la prima volta che assistiamo a similare vicissitudine: nel 2009 Mediaset decise di non accogliere più gli spot Sky, mantenendo ferma decisione (e salutando mln di euro di mancati ricavi) fino al luglio 2012, anno in cui fu concluso l’accordo sulla spartizione dei diritti tv di Champions League ed Europa League di calcio, una mediazione che allentò sicuramente la tensione tra le società. Il delicato equilibrio su cui si reggevano i rapporti si è rotto dopo che Mediaset è riuscita a strappare a Sky i diritti in esclusiva della Champions League 2015 -2018, per un totale di 660 mln di euro. Un brutto, bruttissimo colpo per il gruppo Sky, che ora rifiuta gli spot di Premium su Mtv8. Possiamo sicuramente ipotizzare una futura reiterazione di spasmodici eventi tra i due colossi che potrebbe portare, in ultimo, a nuove intese. Certo è che, per definire le strategie future, conteranno molto i risultati della campagna autunnale degli abbonamenti a Premium: se Mediaset raggiungesse l’obiettivo di 200mila nuovi abbonati entro il 2015, per un totale di 1,9 mln complessivi, potrebbe comunque rappresentare un risultato insufficiente poiché tutto dipenderà principalmente dal prezzo di vendita degli abbonamenti. Dovremo attendere il 30 settembre, giorno in cui saranno chiusi i conti della trimestrale Mediaset, per conoscere l’attuale andamento di Premium. (S.F per NL)