L’imbarazzante situazione della Federazione Radio Televisione nella vicenda Cielo era stata sottolineata da questo periodico sin dal 2 dicembre dello scorso anno, sicché l’epilogo non ci stupisce.
Sky Italia, società del gruppo News Corp, editore di Cielo, ha infatti inviato la propria disdetta alla FRT (ente associativo radiotelevisivo che fa riferimento a Confindustria), della quale faceva parte attraverso la federata Associazione tv nazionali. Decisione, onestamente, inevitabile, almeno a seguito delle dure posizioni prese dal sindacato dopo che il content provider DTT del gruppo Murdoch (veicolato dal network provider Rete A del Gruppo L’Espresso) aveva fatto sapere di volersi posizionare arbitrariamente su LCN 10, mandando su tutte le furie le tv locali che già avevano presidiato (altrettanto arbitrariamente) tale numero (come, per esempio, la comasca Espansione Tv di Maurizio Giunco, che di FRT è vicepresidente dell’Associazione tv locali). La situazione si era ulteriormente e velocemente incrinata con la decisione della Federazione Radio Televisioni di inviare una nota di protesta ad Agcom, creando una situazione paradossale: un ente esponenziale protestava a livello istituzionale contro il comportamento di un proprio iscritto senza, a quanto noto, averne prima deliberato l’esclusione. Del resto, il comunicato della federazione del 1° dicembre, che anticipava l’esposto all’Autorità, non tradiva l’atteggiamento ostile dell’organizzazione verso il proprio iscritto: "In questi giorni alcuni giornali hanno riportato la notizia che il nuovo canale “Cielo” di SKY sarà visibile, nelle aree “All digital”, a partire dal 1° dicembre sul canale 10 del telecomando. L’Associazione Tv locali della FRT, da sempre favorevole all’ampliamento dell’offerta televisiva e all’ingresso di nuovi operatori, non può, tuttavia, in alcun modo accettare la collocazione di Cielo in tale posizione in quanto costituisce palese violazione della Delibera 109/07/CONS che dispone che gli operatori di rete nel predisporre l’ordinamento automatico dei canali della televisione digitale terrestre devono tener conto, tra l’altro, delle preferenze dei telespettatori con particolare riferimento ai fornitori di contenuti indipendenti e a quelli in ambito locale". Proseguiva poi la nota polemica incurante del fatto che stesse parlando di un proprio associato: "E’ del tutto evidente che un emittente appena nata non può avere una numerazione più favorevole di quelle che da anni trasmettono in analogico. L’Associazione TV Locali FRT presenterà un esposto all’Agcom affinché venga rispettata tale disposizione". Un comportamento che – inopportunità formale a parte – non è stato affatto gradito da Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, che alla fine del gennaio scorso ha quindi tolto d’imbarazzo i vertici di FRT, formalizzando la rinuncia del gruppo televisivo di Murdoch ad appartenere all’associazione federata (dove aveva 3 consiglieri su 8). A questo punto, occorrerà vedere se Sky Italia deciderà di giocare sui tavoli istituzionali autonomamente o se si farà promotrice di un nuovo soggetto portatore di interessi collettivi, che magari potrà chiamare a sé altri organismi radiotelevisivi che non si sentono adeguatamente rappresentati dagli attuali sindacati. Intanto, il sito internet della FRT è stato già aggiornato con l’esclusione di Sky, mentre un avviso informa che “A giorni sarà designato il Vice Presidente di competenza dell’Associazione TV Nazionali”.