Sky Italia torna a produrre utili grazie al taglio dei costi. Continuano a calare i ricavi su diversi fronti. Per il nuovo anno investimenti sui contenuti, l’on demand e la mobilità, soprattutto per fronteggiare gli over the top.
Torna in positivo il bilancio di Sky Italia stando ai numeri dell’esercizio chiuso al 30 giugno 2015. Dopo i 10 milioni di perdita registrati nel 2014, infatti, i nuovi conti riportano un utile di 24,2 milioni. Il miglioramento è da attribuire ai tagli alle spese apportati negli ultimi tempi dal gruppo di Andrea Zappia per un totale di 2,71 mld di euro, pari al 5% del totale. Nello specifico, si sono risparmiati i 43,7 mln spesi lo scorso anno per l’esclusiva delle Olimpiadi invernali di Sochi e altri 43,6 per costi di servizi. La spesa per l’acquisto di diritti è scesa complessivamente del 3% (anche se con una leggera crescita nello specifico dei contenuti delle tv in chiaro) e i costi operativi hanno avuto una contrazione del 5,2%. Per quello che riguarda il personale, si registra un aumento degli oneri di appena lo 0,9%, dovuto soprattutto ad un aumento dei compensi per gli amministratori che sono saliti del 3,5%. Non è però tutto oro quello che luccica: l’utile registrato è dovuto praticamente ai soli tagli alle spese vista la contrazione dei ricavi che continua ad affliggere il gruppo. Sul fronte della raccolta pubblicitaria, Sky perde il 5,4% assestandosi a 210 milioni di euro mentre le entrate derivanti dalla rivendita di contenuti crollano del 76%, soprattutto per la perdita della cessione dei diritti sulla champions league di calcio che sono esclusiva Mediaset fino al 2018. Per cercare di risolvere questo aspetto del problema, la compagnia di Murdoch si sta già muovendo in tutti i paesi in cui opera (Italia inclusa). A livello europeo, la pay tv è riuscita ad incassare i diritti delle serie tv HBO che sono ormai divenute cult (come Game of Thrones o True Detective) per Germania, Italia e Austria, accordo figlio della decisione di Time Warner (che possiede, fra le altre, la suddetta emittente HBO) di limitare i contenuti in mano alle tv online come Netflix o Hulu proprio per arginare il significativo calo subito dalle tv via cavo, problema esistente soprattutto negli Stati Uniti ma che sta iniziando a pesare anche in Europa. Oltre alla battaglia sui contenuti, sempre più fondamentali per conquistare il mercato, Sky è anche intenzionata a giocare direttamente sul mercato dei concorrenti over the top. L’idea è la stessa proposta da Reed Hastings, ceo della sopracitata Netflix: una tv disponibile everywhere e anytime. La risposta di Sky, nello specifico, si chiama Sky Q una combinazione di contenuti live e on demand con contenuti in 4k. Il servizio debutterà nel 2016 per Regno Unito ed Irlanda, mentre per Italia, Austria e Germania ci vorrà il 2017, una scelta che potrebbe rivelarsi non proprio brillante dato che in questi paesi i servizi degli ott hanno già debuttato. Sul mobile, inoltre, è importante anche l’accordo stretto per l’Europa con l’azienda di telecomunicazioni O2 e riguardante i servizi mobili. (E.V. per NL)