Il mondo (televisivo) non sarà più lo stesso dopo il 2022. Ne è certo Alberto Sigismondi, consigliere delegato di Tivù, la società partecipata da RAI, Mediaset, Telecom Italia e da rappresentanze dei player tv locali nata nel 2008 per proporre Tivùsat, aggregatore (perché di fatto questo è, anche se spesso è erroneamente scambiato per un provider sat) televisivo destinato inizialmente per colmare le aree di digital tv terrestrial divide, che lo dichiara apertamente in una lunga intervista raccolta dal quotidiano Italia Oggi del 29/06/2018.
“Non sono ancora chiari quali cambiamenti ci saranno, perché la riduzione di banda se non è compensata da tecnologie più efficienti, implica una riduzione della varietà e della qualità del servizio televisivo”, esordisce Sigismondi, secondo il quale nel 2022 “non ci saranno televisori sufficienti perché, per vari motivi, si è cominciato tardi con l’obbligo di vendere apparecchi compatibili con il DVB-T2. Quello che si può dire è che con questo passaggio ci sarà una ridistribuzione del consumo degli utenti su più piattaforme rispetto alla supremazia del digitale terrestre di oggi: il DTT avrà meno qualità del satellite, che svolgerà un ruolo più importante, l’IPTV avrà più spazio grazie alla diffusione della fibra, promossa dalle telco proprio grazie all’offerta tv”.
E in effetti, per Sigismondi, l’intermediazione delle telco, che potranno organizzare e promuovere i contenuti tv, è un aspetto molto importante con cui i broadcaster post 2020 dovranno confrontarsi. Anzi, il ruolo di broadcaster è prossimo all’estinzione a favore di quello, sempre più importante, di content provider.
“Una delle questioni più rilevanti è poi la capacità delle tv di supportare il DVB-T2 e l’HEVC (ovvero lo standard di compressione video più efficiente rispetto a quelli attualmente usati che verrà adottato). Gli apparecchi vecchi andranno sostituiti (o abbinati a un decoder), mentre per quanto riguarda le tv oggi in commercio, Tivù sta promuovendo un nuovo bollino di certificazione chiamato LaTivù, creato per garantire che le televisioni su cui è apposto siano multipiattaforma e a prova di futuro, perché ci sono già le tecnologie che serviranno nel passaggio verso il DVB-T2 e l’HEVC”, puntualizza Sigismondi.
“Il mondo sta andando nella direzione della distribuzione multipiattaforma: i maggiori produttori mondiali di televisori, infatti, hanno già da un paio di anni messo negli apparecchi i tuner DTT, sat e IP. Il bollino è un’iniziativa che ha coinvolto i principali produttori che hanno più del 65% del mercato in Italia, ovvero Samsung e LG, ed è in onda una campagna televisiva rivolta gli utenti”, conclude il consigliere di Tivù. (E.G. per NL)