Dazn e Sky tornano a scontrarsi dopo la chiusura dei bandi sui diritti di serie A. Il testa a testa tra le due concorrenti si sposta però nelle aule del Tribunale di Milano, presso il quale è stato introdotto un ricorso d’urgenza ex art. 700 cpc.
Secondo la società del gruppo Comcast, infatti, l’assegnazione dei diritti tv a Dazn sarebbe lesiva delle disposizioni della legge Melandri. Ciò, in quanto la piattaforma e la Lega Calcio si sarebbero messe in una posizione di indebito vantaggio commerciale, violando il divieto di vendere a un singolo operatore tutti i pacchetti relativi ai diritti tv.
Gli eventi della settimana
A livello sportivo, la settimana passata, ha visto giornali e tv concentrarsi quasi unicamente sulla vittoria dello scudetto dell’Inter e sullo scioglimento della Superlega. Tali notizie sono state in grado di distogliere l’attenzione dal nuovo capitolo della vicenda legata ai diritti di Serie A che coinvolge Sky e Dazn.
I diritti di Serie A
Il mese scorso, Dazn, impegnandosi a pagare 840 mln di euro all’anno, ha acquisito i diritti in esclusiva di Serie A 2021-2024. L’IP TV si è aggiudicata i diritti televisivi a discapito di Sky, che, sin dal 2003, ha gestito la distribuzione delle partite del massimo campionato italiano. La vicenda ha aperto un aspro faccia a faccia tra le due concorrenti che è tornato ad accendersi recentemente.
Sky e Dazn in tribunale
Le società questa volta si sono confrontate nel corso dell’udienza di alcuni giorni fa presso il Tribunale di Milano. Infatti, Sky, a mezzo del proprio ricorso, ha contestato l’assegnazione dei diritti tv a Dazn.
Le contestazioni alla Lega Calcio
L’argomentazione portata in udienza dall’azienda satellitare muove due contestazioni importanti nei confronti della Lega Serie A e della piattaforma.
In primo luogo, la società di Comcast sostiene che l’assegnazione dei pacchetti 1 e 3 all’OTT da parte della Lega integrerebbe un abuso di posizione dominante.
No single buyer rule
L’altra contestazione proposta da Sky nel ricorso cautelare farebbe riferimento alla violazione della legge Melandri che regola l’assegnazione dei diritti televisivi. La legge si basa sul “No single buyer rule”, ossia l’impossibilità per un operatore di acquisire la totalità dei diritti di esclusiva.
Concorrenza sleale
L’accusa mossa da Sky a Dazn, avanzata sulla base dell’art. 8 “Offerta dei diritti audiovisivi e formazione dei pacchetti” e dell’art. 9 “Assegnazione dei diritti audiovisivi” della legge Melandri, sarebbe dunque di concorrenza sleale.
La legge Melandri
Nello specifico, la Lega avrebbe violato l’art. 8 della Melandri, mettendo a bando dei pacchetti non equilibrati come previsto dalla norma citata. Così, a mezzo della suddetta acquisizione, l’OTT avrebbe ottenuto una posizione di vantaggio nel mercato.
Recesso di massa
E ciò in quanto, secondo la prospettazione avanzata dal ricorrente, l’ottenimento di tutti gli eventi di maggior interesse, comporterebbe un recesso di massa degli abbonati Sky in favore di Dazn.
Entro qualche giorno il verdetto
L’argomentazione presentata da Sky nella contestazione contro l’IP TV e la conseguente richiesta da parte dell’emittente satellitare di bloccare l’assegnazione dei diritti di Serie A sono state prese in carico dal giudice, il quale ha rinviato l’udienza di qualche giorno.
Il provvedimento è attesa per domani e stabilirà se la Lega e Dazn abbiano agito in maniera illecita o meno. (E.T per NL)