”Il Parlamento, considerata la trasformazione tecnologica che sta interessando il sistema televisivo con la migrazione del sistema TV da analogico a digitale terrestre in atto in tutti i Paesi europei compresa l’Italia, ritiene necessario che gli sia garantito, a titolo gratuito, un accesso alla nuova piattaforma universale per assolvere ad un dovere che trova fondamento nel principio costituzionale della pubblicita’ dei lavori parlamentari”.
E’ quanto afferma il senatore questore Benedetto Adragna (Pd), coordinatore del Comitato per lo sviluppo della comunicazione radiotelevisiva del Senato e primo firmatario di un emendamento al provvedimento di conversione in legge del decreto recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese ora all’esame della Commissione Industria di Palazzo Madama. L’emendamento e’ stata sottoscritto dai capigruppo Finocchiaro, Gasparri, Rutelli, Viespoli, D’Alia, Belisario e dai senatori Bianconi, Bonfrisco, Casson, Ceccanti, Follini, Incostante, Lannutti, Malan, Marini, Papania, Quagliariello e Vizzini. ”La migrazione del sistema TV da analogico a digitale terrestre, gia’ in atto da alcuni anni nei Paesi europei, Italia compresa, con la fine del 2012 – spiega il senatore Adragna – si avvia al completamento. In questo scenario entrambi i sistemi digitali, satellitare e terrestre, sono destinati a sopravvivere; ad essere progressivamente abbandonato sara’ il sistema analogico. Il digitale terrestre sara’ dunque la piattaforma principale della televisione del futuro alla quale si accede a canali non a pagamento. Si ritiene opportuno, pertanto, garantire al Parlamento una presenza nella nuova piattaforma universale chiedendo al Ministero dello Sviluppo Economico delle Infrastrutture e dei Trasporti l’assegnazione di una capacita’ trasmissiva (pari a quella che attualmente consente la trasmissione satellitare) per proseguire nel compito primario della pubblicita’ dei lavori parlamentari attraverso il sistema del digitale terrestre accessibile da tutti i cittadini in forma gratuita”. ”Il Parlamento – conclude Adragna – non chiede ne’ frequenze, ne’ canali ma la possibilita’ di trovare accesso nel nuovo sistema universale mantenendo la stessa capacita’ trasmissiviva anche nella nuova piattaforma. In tal senso l’emendamento prevede che ‘Al fine di garantire trasparenza e accessibilita’ dei lavori parlamentari su tutto il territorio nazionale nel nuovo sistema universale digitale, il Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti rende disponibile a titolo gratuito sia al Senato della Repubblica sia alla Camera dei deputati una capacita’ trasmissiva non inferiore a quella attualmente utilizzata dai due canali satellitari. Ai fini dell’attuazione del comma 1, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti adotta i decreti ministeriali necessari a rendere operativo il passaggio alla piattaforma digitale terrestre”’. ”Dal 2002 – prosegue Adragna – il Senato, in particolare, ma cio’ vale anche per la Camera dei deputati, trasmette in diretta attraverso il proprio canale satellitare i lavori dell’Assemblea di Palazzo Madama. Negli anni la trasmissione ha riguardato (in diretta o in differita) anche i lavori delle Commissioni parlamentari, quando quest’ultime in base al Regolamento, consentono la pubblicita’ dei lavori. L’obiettivo e’ quello di rendere direttamente fruibile ai cittadini e agli addetti ai lavori, anche in vista della riforma dei Regolamenti, il lavoro parlamentare in base al principio di trasparenza del processi decisionali. Se la rivoluzione del digitale terrestre manterra’ le sue promesse, vale a dire maggiori accessi, e’ evidente che il Parlamento dovra’ pero’ mantenere nel passaggio dal sistema analogico al digitale quella stessa capacita’ trasmissiva che gli consente di svolgere la sua funzione nel nuovo sistema divenuto sistema di tutti”. (ASCA)