Nuovo capitolo della diatriba tra Mediaset e Vivendi aperto dall’azienda di Cologno Monzese con una seconda citazione in tribunale degli scomodi alleati francesi. La notizia è stata data in via ufficiale dal Presidente Federico Confalonieri: “Poche settimane fa abbiamo nuovamente citato in tribunale Vivendi per violazione contrattuale, concorrenza sleale e violazione della legge sul pluralismo televisivo”. L’amministratore delegato di Mediaset Piersilvio Berlusconi ha chiarito che mentre la prima causa era stata intentata per la rottura del contratto imputabile a Vivendi, questa seconda è per le conseguenze scaturite da quella rottura, ma che l’intento del Biscione resta il medesimo, cioè ottenere l’adempimento del contratto. Ulteriore dimostrazione dei rapporti tesi è stata l’assenza di Vivendi all’assemblea Mediaset di ieri con all’ordine del giorno argomenti importanti, come approvazione del bilancio, nomina del collegio sindacale e società di revisione, conferma del piano di acquisto di azioni proprie fino al 10% (c.d. piano di buyback). Proprio durante l’assemblea – che si è svolta alla presenza di 428 azionisti rappresentanti il 51,68% del capitale – è emerso che, a meno di un cambio di rotta, la relazione burrascosa con Vivendi potrebbe non essere l’unico problema. Arturo Albano, rappresentante italiano del fondo Amber Capital che detiene il 2,5% del capitale aziendale di Mediaset, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa definendo “deficitaria” l’attuale gestione del Biscione: “Mediaset emerge come un’azienda vecchia, con tanto personale, dove il numero dei dipendenti è triplo rispetto alla Spagna, con un’età elevata e un costo superiore a quello dei principali competitor”. Il fondo ha votato a favore del piano di buyback proposto dall’azienda, ma non ha nascosto la propria contrarietà alle politiche di gestione, specialmente quella della pay-tv. Tra i suggerimenti – simili a intimazioni – del fondo ci sono il ricambio generazionale del cda che sarebbe troppo costoso a fronte degli scarsi risultati raggiunti e soprattutto troppo “old school” e portatore di una mentalità aziendale legata al secolo scorso, nonché la ricerca di “aggregazioni e partnership strategiche”. Per il momento però, l’unica partnership che Mediaset sta cercando è quella con Tim – altra società in cui Vivendi è detentore di quote – , finalizzata all’avventura della pay tv che fa storcere il naso ad Amber Capital. Confalonieri ha infatti confermato che Premium è intenzionata a strutturare un’offerta sportiva che comprenda le partite della Lega Serie A: ““In autunno è prevista una nuova asta per i diritti tv della serie A, noi parteciperemo con l’obiettivo di ottenere la migliore offerta televisiva calcistica per i tifosi italiani”. (P.B. per NL)