Su Sky Tg24 Eventi, su un network di reti private ed su internet: il 3 novembre «Comizi d’amore», il nuovo programma ideato e condotto da Michele Santoro, gioca su più piattaforme con l’obiettivo di avere un milione e mezzo di persone per dimostrare che si può fare opinione e buona televisione anche al di fuori delle grandi reti televisive.
Gli ultimi particolari del programma Santoro li ha illustrati a Padova, dove stasera chiuderà la manifestazione culturale «La fiera delle Parole». Davanti alla platea, Santoro annuncia l’ultima novità: l’entrata di Sky nella lista delle emittenti private che credono nel progetto. «Il 3 novembre andremo in onda anche su Sky sul canale 504 che già aveva ospitato Rai per una notte – spiega -. Sia chiaro, Sky ci ospita, non ci finanzia, ma credo che sia un tassello importante in più per dare corpo a questo progetto». Non solo Sky, comunque, per Santoro che ha già stretto accordi a Nordest con Antenna 3 ed altre emittenti locali minori per essere presente sul digitale terrestre. «Più siamo più avremo la possibilità di portare a termine questa impresa di serie A – commenta Santoro -.Questo è l’ultimo tentativo che facciamo per vendere le nostre notizie con il carrettino: la faremo noi la piazza, accendendo le nostre telecamere. Ieri ad esempio abbiamo aperto un sito internet ed abbiamo fatto 90 mila utenti unici con una permanenza media di tre minuti». Il sito internet in questione è www.serviziopubblico.it attraverso cui l’ex conduttore di Samarcanda e Annozero lancia la sottoscrizione pubblica per finanziare il progetto di «Comizi d’amore», titolo mutuato da un documentario girato da Pier Paolo Pasolini nel 1965. «Abbiamo deciso di fare un sito televisivo, ed abbiamo una prima esclusiva – racconta -. Nei prossimi giorni state molto attenti a Facebook perchè ci sono delle novità in atto: abbiamo già 30mila iscritti e 8mila hanno già versato i loro 10 euro». Santoro si dice convinto «che se questa impresa riuscirà non si potrà non parlarne. Già se guardate il Corriere.it la nostra è la notizia più letta – sottolinea – sul cartaceo non ce ne è traccia. Lo stesso avviene con Repubblica che ha fatto 42mila visualizzazioni del video da quando lo ha messo online. Eppure se leggete Repubblica cartaceo non vedete nessun riferimento cartaceo. Lo stesso avviene con l’Unità». «Non fa piacere che la maggiore forza di opposizione del Paese – attacca il conduttore – abbia questo tipo di disattenzione: c’è sempre la voglia dell’opposizione di controllare l’informazione e le dinamiche popolari, ma possono scordarsi che noi torniamo indietro dal principio dell’autonomia giornalistica». Per Santoro, «il giornale lo deve fare il direttore, l’editore di turno non può pensare di influire su editoriali o notizie». «Il costo di una nostra puntata è di 250 mila euro, noi vogliamo avere i nostri tifosi alle spalle – precisa -. I dieci euro sono una forma di azionariato popolare, verranno conferiti ad una associazione che sarà socia della società che produrrà le puntate. Chi ci darà i dieci euro deve mettere da parte la ricevuta perchè verranno dati più servizi di quelli che corrispondono alla cifra versata». (ANSA)