Tv. Santoro e il futuro di Zerostudio’s: taglio personale, fermi i progetti. Piccolo approdo in Rai

Dallo scorso 18 giugno, data che coincide con la chiusura del programma “Servizio Pubblico” (uno dei talk show politici più seguiti degli ultimi anni), e che decretò la fine dei rapporti tra Michele Santoro (foto) e La7, è trascorso ormai molto tempo.

E dopo sei mesi di silenzio sorge spontaneo, a questo punto, chiedersi che ne sia stato del celebre giornalista e conduttore televisivo. Altrettanto lecito domandarsi che traiettoria stia seguendo Zerostudio’s, la casa di produzione controllata al 33,217% da Michele Santoro, al 33,417% da sua moglie Sanja Podgajski, al 3,09% da Maria Fibbi e al 30,075% da Cinzia Monteverdi, presidente della società e AD de Il Fatto quotidiano. Dopo la fine del contratto con La7, per il famoso conduttore e giornalista si prospettavano attraenti possibilità su più fronti, ma sembra che Santoro non sia stato in grado di afferrarne nessuna: prevedibile, a questo punto, un taglio del personale di Zerostudio’s, che è passata da 24 a meno di 10 giornalisti: secondo alcuni rumors, la “cacciata” si sarebbe svolta in modo piuttosto brusco, i giornalisti sarebbero stati silurati con una telefonata sbrigativa, oppure con un’email. Santoro non avrebbe incontrato di persona nessuno dei redattori rimossi: un taglio radicale, netto, sotto l’impronta della “spending review”. Attualmente sembra che la squadra del giornalista abbia tre progetti in cantiere: una docu- fiction di approfondimento, una legata all’attualità e una serie di contenuti per alimentare il sito di Servizio Pubblico, che procede nonostante la trasmissione tv sia arrivata al capolinea. Non decolla, invece, il piano di fornire un flusso lineare di contenuti alla tv del Fatto quotidiano, socio di Zerostudio’s: sembra che il problema della nota casa di produzione risieda nel fatto che i vari progetti annoverati siano ben teorizzati, ma dal lato pratico non rilevino alcun committente sicuro con contratti firmati. E quindi, niente di fatto. Dopo i 12,4 mln di ricavi e 1,4 mln di utili nel 2013, nel 2014 la società aveva assistito a una preoccupante contrazione dei ricavi, pari a 9,9 mln, e degli utili, di appena 116 mila euro. I primi sei mesi del 2015 (che hanno preceduto il divorzio con La7), invece, hanno registrato ricavi pari a 6 mln di euro: gli amministratori di Zerostudio’s dichiarano che “nel corso del 2015 e negli anni a seguire siamo impegnati a far sì che Zerostudio’s consolidi i suoi risultati, cercando di rinnovare e diversificare i format prodotti anche alla luce delle potenzialità uniche esistenti all’interno della società, in termini di risorse umane (direzione e autori), e alla luce del nuovo scenario che impone cambiamenti innovativi”. Un piccolo passo in televisione è stato recentemente compiuto da Santoro in Rai, esattamente com’era stato previsto da più fronti: si era detto, difatti, che in viale Mazzini il giornalista avrebbe trovato un porto sicuro nel consigliere di amministrazione Carlo Freccero e nel direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Domenica, durante il programma “L’Arena”, Massimo Giletti ha presentato un reportage realizzato dalla squadra di Michele Santoro. Per ora, quindi, nessun contributo originale di Santoro, ma è comunque un piccolo ritorno a Viale Mazzini. Una Rai sicuramente da quella che lo salutò pochi anno fa: presieduta da Monica Maggioni, diretta da Antonio Campo dall’Orto, recentemente arricchita da un direttore editoriale dell’offerta informativa, Carlo Verdelli. Ci sono tutti i presupposti per ipotizzare un nuovo ruolo per Michele Santoro, sempre più deciso a seguire la via delle videoinchieste e dei reportage, seppur, al momento, sia solamente riuscito a ritagliarsi una piccola nicchia televisiva ben lontana dagli allori di Servizio Pubblico. (S.F. per NL)

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