Il Comitato Frequenze Televisive Private manda in onda su molte reti uno spot con sei diversi soggetti che si conclude sempre nello stesso: "Ricordate: è molto facile spegnere la libertà". Scopo del comitato è lo sviluppo la tutela e la salvaguardia dei diritti delle emittenti private che trasmettono nel nostro paese, sottoposte ad un attacco senza tregua che rischia di sterminarle. Niente di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire. E infatti di nuovo non c’è proprio nulla. Il messaggio venne trasmesso nella metà del febbraio 1980 dal neocostituito (10 febbraio) Comitato Frequenze Televisive Private presieduto da Piero Ottone e Roberto Conforti di Antenna Nord, la televisione locale di Rusconi Editore in procinto di diventare la stazione madre del circuito nazionale Italia Uno, che di lì a breve sarebbe stato al centro (insieme a Canale 5 di Berlusconi e Rete 4 di Mondadori) dell’attenzione giudiziaria di pretori che ne avrebbero contestato l’esercizio dell’attività in ambito extralocale. L’iniziativa avrebbe probabilmente dovuto dare in qualche modo manforte all’intenzione del circuito PIN Primarete Indipendente di Rizzoli, programmando in interconnessione strutturale il TG Contatto di Maurizio Costanzo, di infrangere il monopolio RAI per le trasmissioni in ambito nazionale, cercando di bissare il successo ottenuto con la demolizione della riserva di diffusione su area locale attraverso la storica sentenza n. 202 del 1976 della Corte Costituzionale. Corsi e ricorsi storici: a distanza di quasi trent’anni da allora si parla, più o meno, sempre di interessi economici sotto l’egida della libertà d’informazione.