Sky Italia spodesta i maggiori broadcaster televisivi dal primo posto della classifica dei ricavi. Questo è il risultato dell’elaborazione effettuata da parte del quotidiano Italia Oggi sui dati relativi all’esercizio 2017 presentato da ciascuno degli operatori televisivi nazionali.
La piattaforma di Murdoch batte tutti, persino i colossi Mediaset e Rai, aggiudicandosi il primo posto con 2,885 miliardi di euro di ricavi (+3% rispetto al 2016) e chiudendo il bilancio con 41,6 milioni di utili.
Il secondo e il terzo posto in classifica se lo aggiudicano, ovviamente, il Biscione e la Rai che, quanto a ricavi, vanno di pari passo: il gruppo di Cologno Monzese ha chiuso l’esercizio con 2,636 miliardi di euro (in calo dell’1,5% sul 2016) e una perdita di 9,9 milioni; il gruppo Rai, invece, ha registrato un ricavato totale di 2,624 miliardi di euro (-6,6% rispetto al 2016) e un utile di 14,3 milioni.
Il bilancio consolidato della società di viale Mazzini mostra un andamento in positivo rispetto alla previsione di budget che indicava un sostanziale pareggio. In particolare, grazie alle strategie messe in atto dalla direzione generale è stato possibile recuperare circa 20 milioni di euro attraverso la razionalizzazione dei costi esterni. Sul versante dei ricavi, tuttavia, i dati non risultano particolarmente positivi per l’azienda: nell’esercizio 2017 c’è stata una forte contrazione dei ricavi da canone, in calo del 6,9% (1,777 miliardi di euro). Causa di tale decremento è stata la diminuzione del canone dal costo unitario di 100 euro a 90 euro; di conseguenza si è ridotta dal 67% al 50% la quota a favore Rai dei maggiori importi derivanti dalla riscossione del canone in bolletta (cd. extra-gettito).
Anche i ricavi pubblicitari sono calati del 7,3% (647 milioni di euro), sebbene il risultato non sia paragonabile con l’andamento del 2016, anno in cui si sono svolti gli Europei di calcio e le Olimpiadi. Per il 2018 la situazione dovrebbe restare invariata, senza una reale prospettiva di crescita: come riporta Italia Oggi, Mario Orfeo, direttore generale di Rai, avrebbe dichiarato che “l’ulteriore calo del gettito da canone comporterà la chiusura dell’esercizio con un probabile pareggio”.
Nella classifica dei ricavi, infine, si trovano Discovery Italia con 260 milioni di ricavi (+10% sul 2016); Fox networks group Italy con 167,7 milioni (-10,6%); La7, invece, scende a 101 milioni di euro (+6,3%) con una perdita di 800 mila euro (nel 2016 aveva registrato un rosso da 1,3 milioni di euro).
Infine, Viacom Italia (società che edita canali come Paramount channel, Mtv e Comedy Central) cresce a 68 milioni di euro (+20,6% sul 2016) e 4,7 milioni di utili.
Ricavi a parte, tra i vari broadcaster televisivi sembra che il gruppo Sky Italia abbia le idee ben chiare sulla futura crescita del brand, anche nel settore adv digitale: lo scorso mese, infatti, la piattaforma ha finalizzato l’acquisizione di 4Strokemedia, società italiana specializzata in programmatic advertising che vanta un network di oltre 200 siti e più di 13 milioni di utenti unici mensili. Nell’ottica di crescita nel settore digitale, ampliando sia l’audience sia le proprie conoscenze tecniche del digital hub di Sky, la società renderà disponibili su tutto il network di siti aggregato dalla tech company i propri contenuti di qualità, offrendo così agli inserzionisti l’opportunità di pianificare e valorizzare i loro marchi in sicurezza. Come ha dichiarato Aldo Agostinelli, Digital Officer di Sky Italia: “Questa acquisizione dimostra ancora una volta quanto Sky creda e investa nell’eccellenza dell’innovazione italiana. Vogliamo diventare uno dei principali player nazionali di pubblicità digitale e abbiamo scelto di acquisire 4Strokemedia, una Media Technology Platform nota per il suo elevato grado di innovazione, con l’obiettivo di accrescere il nostro know-how, ampliare l’audience di riferimento e portare nel network di oltre 200 siti aggregati da questa tech company i nostri contenuti digitali. Questo è un aspetto chiave della nostra strategia, perché in un mercato in cui si registra una sostanziale scarsità di contenuti premium, siamo consapevoli che questo rappresenta un elemento altamente differenziante per la nostra crescita”. (G.S. per NL)