Al festival TV di Edimburgo il direttore della BBC si lancia in un attacco a tutto campo contro la compagnia di Murdoch e le sue manovre di espansione nel mercato britannico dei media.
La notizia è di qualche tempo fa: News Corporation, la multinazionale dei media che fa capo a Rupert Murdoch, sta cercando di acquisire la maggioranza assoluta della proprietà di BSkyB, il maggior provider pay-TV satellitare del Regno Unito. Mentre l’operazione è ancora in attesa del verdetto delle autorità antitrust, il direttore generale della BBC Mark Thompson punta il dito contro la possibile futura concentrazione di proprietà dei media britannici. Giova infatti ricordare che News Corp controlla già alcune testate tra le più autorevoli e diffuse della stampa britannica, dal Times al Sun. Tale concentrazione, ha rimarcato Thompson, non sarebbe possibile negli USA o in Australia (riferendosi con ciò ad altri due mercati dove la corporation di Murdoch ha forti interessi). L’intervento di Thompson può leggersi come una risposta a quello, altrettanto polemico, di James Murdoch (figlio di Rupert e membro del consiglio di amministrazione di News Corp.) che l’anno scorso in occasione dello stesso festival aveva attaccato la BBC, accusandola di monopolizzare il mercato grazie alle risorse pubbliche derivanti dal canone e di attentare al pluralismo e all’indipendenza dell’informazione producendo un giornalismo “sponsorizzato dallo Stato”. In realtà uno dei maggiori motivi del contendere è l’accesso gratuito alle notizie che BBC fornisce attraverso i propri siti, fatto che secondo News Corp. rende molto difficile convincere le persone che si debba pagare per avere servizi giornalistici di qualità. Ancora una volta va quindi in scena il conflitto tra la concezione tutta “privata” dei media propria di Murdoch e ciò che ancora rimane del concetto di servizio pubblico radiotelevisivo in Europa, di cui la BBC rappresenta sicuramente uno dei riferimenti di maggior prestigio. E si conferma la capacità della multinazionale dei media di costruire campagne di comunicazione che, ben mascherando i legittimi ma non proprio nobili obiettivi di rafforzamento nei confronti della concorrenza, sanno cavalcare con sapienza temi di grande impatto, quali lo spreco di denaro pubblico e il pluralismo dell’informazione. La recente presa di posizione di Sky Italia riguardo al ddl intercettazioni ne è un buon esempio. Cosa c’è di più efficace che perseguire i propri interessi presentandosi contemporaneamente come i difensori del buon governo e della democrazia? (E.D. per NL)