I cittadini svizzeri non badano a spese (almeno ad alcune) e vogliono pagare il canone tv. A dimostrarlo è il risultato del Referendum dello scorso 04/03/2018, finalizzato a chiedere l’abolizione del canone tv della SSR (Società svizzera di radiotelevisione): oltre il 70% degli elettori ha espresso voto favorevole per mantenere la tassa.
Risultato sorprendente se si considera che l’obolo dell’emittente pubblica della Confederazione elvetica si aggiudica il primo posto in Europa per essere il più costoso. Per usufruire di questo servizio i cittadini dei 26 cantoni, infatti, spendono all’anno 451 franchi (circa 400 euro); ma la cosa sembra non toccarli minimamente.
Anzi, a sostegno del loro “No” gli elettori avrebbero dichiarato che, in un’era di fake news, è nell’interesse pubblico garantire una programmazione di qualità. Un voto favorevole all’abolizione del canone tv avrebbe comportato molteplici conseguenze (negative): il “Sì” avrebbe chiaramente messo in crisi verticale la SSR (che si finanzia per il 75% con i proventi riscossi agli abitanti e che genera il restante 25% tramite offerte commerciali): la società che gestisce il servizio pubblico radiofonico e televisivo svizzero avrebbe corso il rischio di perdere le principali emittenti locali, i programmi radiotelevisivi e i siti online. Il tutto a discapito del pluralismo culturale e linguistico, fiore all’occhiello dell’emittente nazionale.
Senza parlare poi della sorte che sarebbe toccata ai suoi 6 mila lavoratori.
I promotori del referendum “No Billag” – così battezzato dal nome della società che riscuote il canone – hanno incassato così una durissima sconfitta. Il testo presentato dalle organizzazioni giovanili dei due partiti di destra – Partito liberale radicale (Plr) e Unione democratica di Centro (Udc) – non ha riscontrato successo. La loro proposta di abolire la tassa relativa al settore radiotelevisivo in nome del libero mercato, nonché di fare pagare ai cittadini solo ciò che effettivamente guardano in tv o ascoltano in radio non è riuscita a convincere gli elettori.Al di là del risultato disastroso ottenuto, per i fautori del referendum non è detta l’ultima parola. Gilles Marchand, direttore della SSR, infatti ha dichiarato di aver preso in considerazione le critiche sollevate in merito al costo eccessivo del canone tv e dal 01/01/2019 lo stesso verrà abbassato a 365 franchi annui (circa 320 euro).
Non è la prima volta che gli Svizzeri danno il buon esempio al resto dei cittadini europei – e noi Italiani non possiamo non sentirci tirati in causa – stupendo con il loro atteggiamento “pro tasse”: già negli anni ‘90 la cittadinanza approvò l’introduzione di un’imposta di scopo per finanziare l’alta velocità ferroviaria e la costruzione del tunnel del Gottardo, il più lungo d’Europa. (G.S. per NL)