Tv. RAI: Piano Industriale prevede chiusura Rai Movie e Rai Premium per creare rete femminile Rai 6. Rai Scuola sara’ solo su Web. Fioccano proteste, mentre precisazioni azienda lasciano molti dubbi

Rai Movie

La Rai, dopo che le polemiche erano già scoppiate puntuali, ha cercato di fare chiarezza (o almeno ci ha provato) sulle decisioni prese, che porterebbero – non si sa in che tempi precisi – alla chiusura di Rai Movie (canale interamente votato al cinema) e di Rai Premium (dedicato alle repliche di fiction italiana ma anche di altri programmi di prima serata specialmente di Rai1). È stato così spiegato che ci sarebbe in ballo la creazione della nuova Rai 6, mediante la contestuale chiusura delle due reti citate.
Tramite un lungo comunicato, l’Azienda e più precisamente l’AD Fabrizio Salini, ha chiarito che il Piano Industriale 2019-2021 della Rai (sulla cui realizzazione Salini sembra proprio ‘giocarsi la poltrona’) prevede appunto, fra le altre cose, la fusione tra Rai Movie e Rai Premium, che permetterà la nascita di una nuova realtà televisiva, ovvero appunto Rai 6. L’intento sarebbe quello di “offrire al pubblico una programmazione più ricca e meno basata sulle repliche”.

Per cercare di capirci qualcosa, è opportuno riportare testualmente altre parti del comunicato Rai in questione: “Ridisegnare l’offerta cinematografica, aumentare gli investimenti e comunicare il prodotto con nuovi brand, a cominciare dalla nascita di un nuovo canale. Sono questi alcuni degli obiettivi del Piano Industriale Rai. Per quanto concerne il contenuto cinematografico si è ritenuto, in linea con una visione più strategica della divisione per canali, di procedere ad una migliore razionalizzazione e valorizzazione dell’offerta elaborata in base alla composizione del pubblico. Per tale motivo, a fronte di una proposta attuale che prevede un solo canale di cinema (Rai Movie), il Piano disegna un’offerta cinematografica ancora più presente su più canali. Ciò consentirà, peraltro, di andare maggiormente incontro alle esigenze del pubblico offrendo meno repliche e una più ricca e varia programmazione di cinema, serie tv e contenuti originali. Quanto al nuovo canale (che nascerà non dalla chiusura ma dalla fusione di Rai Premium e Rai Movie) e a Rai 4, nel Piano Industriale sono stati costruiti tenendo conto della profilazione riguardante generi e fasce di età: l’individuazione di due canali, uno più orientato al pubblico femminile (Rai 6; N.d.R.) e uno a quello maschile (Rai 4; N.d.R.), deriva dalla necessità di costruire un prodotto che sia appetibile per una platea sempre più ampia. Nel caso specifico, i nuovi canali puntano, pertanto, ad avere una programmazione di maggior appealing in base a tutte le profilazioni emergenti dalle rilevazioni di ascolto esistenti universalmente nel mondo dei media che segnalano una differenza di gradimento di prodotti televisivi basata su fasce di età e generi. L’immagine di prodotti appartenenti a una discriminazione di genere basata su modelli relativi a decenni passati appartiene ad una narrazione fuori dal tempo, dalla logica, dall’interesse dell’attuale management e completamente priva di ogni fondamento e, in ogni caso, non appartiene in alcun modo a questo Piano Industriale.

In aggiunta, il contenuto cinematografico sarà determinante nell’offerta di Rai Play, considerata centrale nel nuovo assetto. Il Piano, pertanto, garantisce la stessa proposta e un’attenzione confermata al contenuto cinematografico. È corretto parlare di un aumento dell’offerta cinematografica, che riguarderà l’aggiornamento della programmazione di Rai 4 e Rai 5, senza alcuna chiusura o taglio. La Rai investe su un progetto complessivo di rilancio che si rispecchia anche nella decisione strategica di istituire due nuovi canali: uno in lingua inglese e uno dedicato alle istituzioni, realizzando quanto previsto dal Contratto di servizio”.
Insomma, nel comunicato si dice un po’ di tutto, senza che in realtà si capisca molto, tanto che la stessa Rai da una parte nega di voler penalizzare il cinema (ma cancellare un apprezzato canale ‘dedicato’ di sicuro non è una prova di grande amore per un tipo di prodotto in cui la Rai è grande protagonista in Italia, con Rai Cinema e 01) e dall’altra assicura di non voler perseguire vecchi modelli di ‘canale femminile’ e ‘canale maschile’, mentre nei fatti sembra annunciare di voler fare proprio questo. In che maniera poi le ‘esperienze’ di Rai Movie e Rai Premium potrebbero fondersi e tradursi nel nuovo canale ‘femminile’ sembra un altro piccolo mistero.

E che poi queste decisioni possano aumentare l’audience complessiva dei canali Rai sembra una scommessa un po’ temeraria. Salini illustrando il suo piano, aveva parlato di “limitata audience e scarsa profilazione del pubblico”, riferendosi appunto a Rai Movie e Rai Premium. I dati d’ascolto del gennaio scorso (gli ultimi pubblicati sul sito di Auditel) dicono però ben altro. Dopo le reti ‘generaliste’ di Rai, Mediaset, Cairo (La7), Sky (Tv8) e Discovery (Nove), Rai Movie e Rai Premium sono in ottima posizione: Rai Premium con l’1.25% è anzi terza assoluta fra le reti ‘specializzate’ per share nelle 24 ore, a brevissima distanza da Real Time di Discovery (1.29%) e dalla sempre sorprendente Rai Yoyo (1.28); Rai Movie è invece quinta con l’1.14, preceduta di un nulla anche dalla ‘grande rivale’ Iris di Mediaset (1.15) ed è a pari merito proprio con Rai 4 (1.14 anch’essa). Dove sia la ‘limitata audience’ proprio non si capisce e la Rai deve temere anzi di poter perdere il netto primato che ha nell’audience complessiva dei suoi canali (ben il 37,26%). Si pensi che per non perdere ascolti la nuova Rai 6 dovrebbe ottenere un’audience singola di ben il 2.39% (sommando gli ascolti di Rai Premium e Rai Movie).

Non si capisce quindi se davvero la Rai insisterà fino in fondo con questa linea un po’ ‘avventurosa’ e non si capisce neppure se Salini e gli altri (fra cui il neo-direttore generale Alberto Matassino) abbiano le idee proprio chiare su quel che vogliono fare.
L’azienda pubblica potrebbe per esempio affrontare altre situazioni incongrue: ha senso che ci siano da tempo sulle numerazioni Lcn 57 e 58 due canali uguali di Rai Sport, con l’unica differenza che il primo dei due è in HD? Ha senso l’attuale assurda presenza su Sky, con Rai 4 ‘ritirata’ a favore di Rete 4, mentre, a parte le generaliste, Rai News 24 e Rai Sport, gli altri canali, nonostante i buoni ascolti, non sono più presenti da anni e Rai Storia, Rai Gulp e Rai Scuola sono solo sui ‘canali 800’?
A proposito di Rai Scuola (relegata all’assurda numerazione Lcn 146 e con un ascolto solo dello 0,03%), è stato opportunamente deciso che sarà in futuro solo on line, mentre si attendono lumi sugli annunciati altri due canali, quello in inglese e quello istituzionale. Su quest’ultimo in queste ore la Rai ha iniziato a spingere anche in termini di comunicazione, precisando che si punterà sull’esperienza di Rai Parlamento e di Gr Parlamento, che saranno debitamente rafforzati. Che la Rai punti su Gr Parlamento sembra davvero una novità e la questione di Radio Radicale non deve proprio essere estranea all’inedita scelta.
Ma anche qui restano mica pochi dubbi: vuol dire che il canale istituzionale non sarà solo televisivo ma anche radiofonico? La stessa Agcom parlando nei giorni scorsi di Radio Radicale sembrava dare per scontato che il Piano Industriale Rai in merito alla rete istituzionale si riferisse solo alla Tv. Non era così o non è più così? Sarebbe molto utile saperlo. (A.G. e M.R. per NL)

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