“Dobbiamo trasformare la Rai da broadcast a media company. Dobbiamo portare avanti un grande progetto di digitalizzazione culturale dell’azienda Rai per permetterle di diventare un riferimento rispetto ai comportamenti e ai linguaggi contemporanei”: così si è espresso recentemente Antonio Campo dall’Orto, direttore generale Rai dal 6 agosto 2015.
E di certo l’ex direttore di Mtv, di La7 e vice presidente esecutivo di Viacom International Media Networks, di passi ne ha fatti tanti in Viale Mazzini, tutti unicamente diretti verso il ciclopico obiettivo di scuotere la polvere da Rai, definendone la nuova rotta editoriale, rendendola più moderna, più fresca, più “media company”, appunto. Nei suoi primi tre mesi d’incarico, il nuovo direttore generale ha portato Rai4 sul quarto tasto del telecomando Sky (parliamo proprio di quel tasto 104 liberato dal Biscione, che dal 7 settembre ha criptato il suo segnale a seguito della vicenda “Retransmission fee”), ha delineato un’offerta online gratuita con l’opzionale abbonamento per un piano editoriale premium (in soldoni, una sorta di Netflix all’italiana) e, inoltre, ha varato una nuova Direzione artistica, dove confluirà l’energia di registi, scenografi, grafici, autori. Campo dall’Orto ha poi scelto le pedine adatte, a suo giudizio, al proprio scacchiere di Viale Mazzini: si parte con la nomina del direttore di RaiNews24, Giancarlo Giojelli, che abbandona la guida del Tgr Liguria per il canale all news. Ruolo delicato quello assegnato a Gian Paolo Tagliavia, che a dicembre entrerà in Rai come responsabile della strategia del digitale non lineare, ossia di tutte le attività sul web, mobile, social network ott e tv connesse al servizio pubblico, proprio nel momento in cui la Rai sta cercando di adattarsi al nuovo contesto digitale. C’è da dire che, se Campo dall’Orto è acclamato da più fronti quanto alla politica di ampio respiro tesa a sostituire lo stantìo con il nuovo, resta sub judice quanto a competenze nella gestione finanziaria. Un consigliere di amministrazione espone la sua posizione: “La Direzione artistica è una bella intuizione di Campo Dall’Orto. Questo è innegabile. Certo, un manager più maturo avrebbe prima riorganizzato l’insieme delle Direzioni e solo dopo ne avrebbe innestata una del tutto inedita come è quella artistica”. Il nuovo direttore generale Rai sembrerebbe dunque appassionarsi più al versante editoriale del suo lavoro, trascurando la parte gestionale, finanziaria, contabile. In questo secondo ambito mostrava indubbie capacità l’ex direttore generale Luigi Gubitosi: lo dimostra il bilancio della prima semestrale 2015 (di cui Gubitosi ha la paternità) che il Consiglio di amministrazione ha approvato la settimana scorsa. Il Gruppo registra una perdita pari a 17,8 mln di euro, in recupero rispetto al rosso di 77,9 mln dello stesso periodo del 2014. Per la Capogruppo, la perdita è di 22,5 mln (contro i 78,4 mln del periodo corrispondente del 2014): secondo la nota ufficiale Rai, l’andamento del semestre è stato prettamente condizionato, sul fronte ricavi, “dagli effetti del provvedimento legislativo che ha ridotto di circa 82mln di euro su base annua i ricavi da canone. Prescindendo dal citato provvedimento, le risultanze economiche del Gruppo evidenzierebbero un utile di 22,9 mln”. La posizione finanziaria netta risulta positiva per un totale di 28,6mln, in miglioramento di 198,7mln rispetto ai valori 2014: la nota definisce importante “il consolidamento delle fonti di finanziamento a medio-lungo termine, determinato essenzialmente dal prestito obbligazionario, riservato a investitori istituzionali, emesso a maggio 2015 per 350 mln”. La posizione finanziaria netta risulta positiva per 28,6 mln, in miglioramento di 198,7 mln rispetto ai valori 2014. Per quanto riguarda gli ascolti, Rai raggiunge in prime time lo 38,5% di share e il 37,3% nell’intera giornata. I conti di Gubitosi tornano, eccome. A questo punto non ci resta che attendere se anche se il creativo Campo Dall’Orto saprà eguagliare, o addirittura superare, i risultati attualmente conseguiti. (S.F. per NL)