Se era abbastanza scontato che l’emergenza Coronavirus facesse salire alle stelle gli ascolti di notiziari, approfondimenti ed in genere i contenuti informativi sul tema e che i prodotti verticali subissero un’impennata (emblematico è il caso della start-up Giornale Radio, che in poche ore dall’ingresso nell’aggregatore FM World è andata al 6° posto supeando molte reti nazionali consolidate), stupisce – ad una analisi non approfondita – la crescita anche degli altri prodotti non concentrati sulle news.
Effetto “rifugio” dal bombardamento informativo o maggiore tempo a disposizione?
Se nell’online a crescere sono quasi esclusivamente i click dei portali informativi (ma ristretti alle grandi testate ed a quelle radicate sui territori), gli indicatori degli accessi in streaming (l’unico monitoraggio possibile in tempo reale) mostrano una crescita di quasi tutte le stazioni radio.
Streaming up
Anche la fruizione televisiva a quanto risulta da dati raccolti da NL e non ancora oggetto di diffusione risulta premiata in generale. Tutti i player dell’on demand (Netflix, Prime Video, ecc.) registrano aumenti importanti.
Reazione psicologica alle bad news
“Probabilmente ciò dipende da una reazione psicologica alle bad news: la pressione mediatica sul tema in questi giorni porta da una parte ad una compulsiva consultazione degli aggiornamenti e dall’altra alla necessità di staccare, fruendo di contenuti diversi da quelli legati all’informazione (salvo ovviamente poi tornarci tra un programma e l’altro)”, spiega Giovanni Madaro, economista dei media di Consultmedia.
Maggiore tempo dedicato ai media
“Un’altra spiegazione può essere il maggior tempo dedicato ai media per via dell’emergenza che porta ad un utilizzo prolungato degli stessi: la radio e la tv (più) accese favoriscono la fruizione di contenuti non solo legati agli aggiornamenti informativi“, conclude Madaro. (E.L. per ML)