Google punta su Android Tv. E per farlo rende più facile agli sviluppatori domiciliare le applicazioni dalla versione mobile di Android a Android Tv.
“L’elettronica di consumo, i fornitori che scelgono di utilizzare Android per i loro prodotti ottengono il vantaggio di un ecosistema supportato da un gran numero di sviluppatori senza i costi di sviluppo”, commenta Greg Potter, analista di S&P Global Market Intelligence, aggiungendo: “Il sistema operativo per questo motivo viene aggiornato con una cadenza regolare e gli upgrade di protezione sono tarati sulle necessità contingenti per favorire il lavoro di chi lo supporta e lo diffonde“.
Secondo Potter, già nel 2021 a dominare il mercato saranno le televisioni “intelligenti” e i set-top box (STB), che decideranno per l’utente la piattaforma più adatta per la somministrazione del prodotto desiderato. In altri termini, non sarà più il telespettatore (o meglio, l’utente, posto “telespettatore” appare un termine limitativo in un contesto di multipiattaforma) a dover decidere da quale piattaforma attingere al contenuto (DTT, sat, IP), ma sarà direttamente a monte il STB a valutare la scelta più congeniale in funzione di determinati parametri preinseriti. Un po’ come con l’autoradio che individua la frequenza FM meglio sintonizzabile senza che l’utente ne abbia consapevolezza.
Google stima che nel 2021 i sistemi Android per tv intelligenti saranno 80,3 milioni, in rapida crescita da 14,6 milioni nel 2017 a causa dei lunghi cicli di sostituzione di televisori.
L’utilizzo di Android TV offre agli operatori la flessibilità di sfruttare applicazioni popolari (OTT) come Netflix e Hulu, nonché le app che si trovano nell’archivio Google Play.
La piattaforma ha inoltre recentemente aggiunto nuove funzionalità nell’ambito dell’aggiornamento 6.0 rilasciato all’inizio di quest’anno. Nell’ambito dell’upgrade, è stato aggiunto il supporto per la piattaforma di domotica Google Assistant, che consente alla piattaforma di includere la televisione come parte del suo set di strumenti.
Utilizzando Google Assistant, è possibile modificare ciò che viene riprodotto sul televisore, accenderlo e spegnerlo, visualizzare le telecamere di sicurezza e tutte le applicazioni e i dispositivi continuamente aggiunti all’ecosistema di G.A.
D’altra parte, sul sistema operativo si gioca il controllo del mercato: “Perdere il controllo del sistema operativo significa che ogni potenziale reddito generato dallo stesso, in particolare ricavi da pubblicità, dati di visualizzazione e negozi di app, si vaporizza”, osserva Potter.
Ciò significa, ancora una volta, che il futuro delle emittenti radiotelevisive sarà esclusivamente nei contenuti, verso i quali gli OTT come Google appaiono sempre più indifferenti. D’altra parte, perché impegnare risorse nel creare contenuti quando è più remunerativo per chi controlla i sistemi operativi trasportarli? In fondo, i content provider lavorano per loro.
“Oggi assistiamo alla corsa delle radio sul televisore. Ciò, come noto, è motivato dal fatto che nelle case non ci sono più i ricevitori FM ed in generale quelli stand-alone, ma anche e soprattutto perché dopo lo smartphone il televisore è il device più presente nelle abitazioni (2/3 per casa, contro un 1 pc ed uno smartphone per componente della famiglia con più di 7 anni)”, commenta Massimo Rinaldi, ingegnere dell’Area Tecnica di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico).
“La tv è una vetrina per la radio e le emittenti possono facilmente pubblicizzare sulle altre piattaforme (FM, IP, DAB+) la propria presenza sul DTT facendo conoscere il proprio LCN”, continua Rinaldi.
“Ma attenzione, il DTT non è il futuro: è una tappa intermedia. Noi ne siamo convinti pienamente, tanto che insieme al nostro partner tecnologico 22HBG stiamo predisponendo le app di nuova generazione per veicolare contenuti audiovisivi-testuali sulle smart tv“, interviene Stefano Apicella, responsabile del progetto di ibridizzazione dei contenuti di Consultmedia, che aggiunge: “Proprio in questi giorni stiamo sperimentando per la test station ibrida DTT/IP NBC Milano il nuovo protocollo per i tv Samsung. Vogliamo favorire l’adozione di immediate contromisure, di modo che, nel 2022, quando il 100% dei tv saranno connessi alla rete, i fornitori di contenuti radiotelevisivi siano già tutti presenti. Perché questa volta lo switch-over non sarà solo tra T1 e T2….“. (M.L. per NL)