Tv. Raddoppiano i ricavi pubblicitari sul DTT. E le scorte di televisori si azzerano

Uno studio presentato recentemente dall’associazione Dgtvi stima i possibili ricavi pubblicitari del DTT, nonché il numero delle vendite di decoder e tv con decodificatore incorporato, entro fine anno.

Entro dicembre 2010, infatti, rispetto all’attuale 75%, circa il 90% degli italiani sarà provvisto di almeno un ricevitore digitale, anticipando di più di un anno il completamento dello switch-off della tv analogica. Inoltre, nei principali mercati televisivi europei (ossia quelli di Francia, Spagna e Italia) la pubblicità sui nuovi canali digitali è aumentata notevolmente. Nello specifico, l’unico paese ad avere registrato finora introiti negativi è stata l’Inghilterra, mentre la Francia ha registrato un incremento del 59,1% e la Spagna del 82,4%. L’Italia si attesta al primo posto e, grazie agli aumenti di audience dei programmi trasmessi sul DTT, il fatturato pubblicitario è in crescita del 123,2%, anche se a farla da padrone rimane pur sempre Sky, che nel 2009 ha raccolto l’85% del giro d’affari complessivo. In termini di offerta, è da sottolineare che il Bel Paese è il primo stato europeo in quanto a numero di canali in chiaro, disponendo di ben 40 contenuti televisivi gratuiti su scala nazionale. Il passaggio al digitale terrestre ha tuttavia causato un deficit di apparecchi televisivi. La piccola distribuzione, cui si rivolge una larga fetta di clientela per via della professionalità e del supporto tecnico assente nella grande distribuzione, ha, infatti, esaurito già da tempo le scorte di televisori di nuova generazione e dei decoder evoluti. Ancor prima dello switch-over di Rai2 e Rete4 avvenuto in Lombardia il 18 maggio scorso, i piccoli negozianti avevano già file sostenute di clienti dentro i propri punti vendita, e ad oggi sarebbero riusciti a consegnare poco più della metà dei prodotti richiesti. Secondo le testimonianze raccolte da Il Sole 24Ore, tutti i piccoli commercianti sarebbero concordi nell’imputare lo stato dei fatti alle grandi multinazionali del video: l’accusa mossa a questi ultimi è di cercare di far aumentare i prezzi degli apparecchi televisivi, drasticamente scesi a causa delle molte promozioni effettuate quando non c’era la necessità di incrementare le vendite. Difatti, come ha sottolineato Roberto Omati, direttore commerciale di Expert Italia, “le multinazionali devono recuperare redditività e inoltre un anno fa a fronte della crisi avevano tagliato la produzione. Riavviare le fabbriche di semiconduttori alla base dell’elettronica di consumo con nuovi macchinari richiede almeno un anno e mezzo”. Va infine rilevato che le recenti eruzioni vulcaniche islandesi hanno bloccato per non brevi periodi il traffico aereo, limitando la consegna del materiale tecnologico. (M.C. per NL)
 

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