Si è di recente svolta la manifestazione “Digital Next”, il congresso internazionale organizzato dall’Egta, l’associazione europea delle concessionarie di pubblicità dei più importanti broadcaster radio e tv.
La parola d’ordine di quest’anno è “Trascending television” e rappresenta l’obiettivo di definire linee guida comuni al fine di affrontare al meglio la trasformazione digitale. Il mezzo televisivo sta attraversando una fase di evoluzione che non può essere sottovalutata dai broadcaster, soggetti particolarmente importanti dal momento che definiscono le attività funzionali a rendere la televisione più evoluta, tecnologica e interattiva.
L’evento, tenutosi per la prima volta in Italia, è stato ospitato da Publitalia ’80, agenzia concessionaria esclusiva di pubblicità del gruppo Mediaset, in prima linea nel monitoraggio dell’avanzamento dell’innovazione tecnologica che, soprattutto negli altri Paesi europei, sta consentendo di amplificare la forza della televisione, in modo da renderla competitiva nel mercato dei media.
Il futuro per la pubblicità è la smart tv: la nuova frontiera della tv connessa e sempre più interattiva è, infatti, un tema centrale nella definizione delle nuove strategie commerciali.
Queste potenzialità sono, ad oggi, elementi su cui Publitalia ’80 si concentra, forte della sua posizione di pioniera per quanto concerne sperimentazioni di soluzioni evolute di advertising per la free tv.
Il gruppo ha inaugurato la nuova direzione Ad Tech & Business Development, guidata da Paola Colombo, con l’obiettivo di definire una “digital transformation strategy” capace di rispondere tanto alle richieste del telespettatore sempre più tecnologico, quanto a quelle degli investitori più sofisticati. Da queste premesse nasce la volontà di ospitare un evento come “Digital Next”, che costituisce un’occasione per fare il punto su progressi recenti e progetti futuri.Secondo Publitalia, questo sarà l’anno dell’affermazione dei moderni prodotti pubblicitari per tv connesse e del lancio di nuovi servizi OTT, che troveranno nei Mondiali di calcio (di cui la società detiene i diritti esclusivi per tutte le piattaforme) la sfida più importante.
In questo senso, sono già stati sviluppati i primi prodotti pubblicitari interattivi, i cosiddetti Add+, i quali, tuttavia, costituiscono solo una parte del vasto progetto che ha come obiettivo l’introduzione di un approccio con l’utente totalmente nuovo, concepito in funzione di un mercato sempre più multimediale.
Il riscontro del pubblico e dei centri media relativamente a queste nuove soluzioni pubblicitarie è stato da subito notevole: dopo il successo delle campagne legate al settore automotive, i prodotti Add+ sono stati pianificati anche per altri settori, dal lusso all’abbigliamento, dalla finanza all’e-commerce.
Con più di 100 milioni di visualizzazioni, nel solo periodo di test, tali esperimenti sono stati considerati dei successi e l’intenzione è quella di continuare a puntare su tale settore, sviluppando nuove idee e campagne data-driven che sfruttano l’efficacia del dato per raggiungere il target più adeguato e rilevante per il cliente.
Sul fronte Discovery Media, invece, i passi compiuti verso la digitalizzazione sono ancora molto limitati: il digitale non è, ad oggi, riuscito a decollare in misura importante, incidendo per meno del 5% dei ricavi, a fronte di brand solution che raggiungono quota 15%. Tali dati sono stati forniti dallo stesso direttore generale di Discovery Media, Giuliano Cipriani, così come riportato dal sito e-duesse. Ciononostante, la concessionaria è arrivata – nel primo bimestre del 2018 – a quota 285 clienti pubblicitari, 15 in più rispetto allo scorso anno. Tali dati non tengono ancora in considerazione le imminenti modifiche al portfolio della concessionaria, che da un lato si arricchirà del nuovo brand Motor Trend (sul 56 dal 29/04/2018) e, dall’altro, dovrà tenere in considerazione il passaggio della raccolta pubblicitaria del canale Food Network da Viacom a Discovery, in seguito all’acquisizione del gruppo Scripps. (A.C. per NL)