Nonostante un gennaio negativo (-7% nel raffronto), il Festival di Sanremo ha messo le ali al mese di febbraio, permettendo a Rai Pubblicità di chiudere il bimestre in sostanziale pareggio rispetto allo stesso periodo 2014.
“Il primo bimestre di Rai Pubblicità chiude in pareggio – ha spiegato recentemente l’amministratore delegato Rai Fabrizio Piscopo -, con il web che cresce tra il 15 e il 20%, la radio stabile, il cinema in calo. Ci sono comunque segnali di ripresa, e per noi l’inversione di tendenza c’è già stata nel 2014, dopo tanti bilanci negativi. Mediaset stima una crescita 2015 del 3-4%. Noi stimiamo di pareggiare con quanto incassato nel 2014, dove abbiamo avuto i Mondiali di calcio. Al netto dei Mondiali, che ci hanno portato 76 mln di euro, anche Rai pubblicità crescerebbe del 4% nel 2015”. Serve comunque impegnarsi, per evitare di essere schiacciati inesorabilmente dagli altri broadcaster sul fronte pubblicitario: da aprile Rai lavorerà in questa direzione, promuovendo una nuova politica commerciale, incentrata su format da 15 secondi, incentivati da tariffe promozionali per consentire l’ingresso di molte più aziende (ricordiamo ai nostri lettori che Rai Pubblicità ha conquistato nel 2014, 150 nuovi clienti, con un saldo positivo di 60 sul 2013). Si rivedrà poi il pubblico di riferimento, ridisegnando il target commerciale e spostandolo dai 25-54 anni ai 35-64 anni, sul quale l’emittente pubblica nel 2014 ha dominato con il 35% di share. La concessionaria di Viale Mazzini si muoverà anche sul mercato cinematografico: dal 1° marzo diventerà effettivo l’accordo tra Rai Pubblicità e Uci per la nascita di Digital Cinema Network, il nuovo circuito per la raccolta pubblicitaria del grande schermo che presiede il 45% del market share, con l’obiettivo di raggiungere 10 mln di euro di fatturato nel 2015. E nel circuito potrebbe entrare a breve anche un altro player: in lista infatti sia MovieMedia (concessionaria cinematografica da 7 mln di euro all’anno), sia TheSpace (importante network di multisale la cui raccolta è stata finora curata da Prs). Si mormora che i vertici stiano lavorando per tentare di coinvolgere e inglobare tutti e quattro gli attori, al fine di raggruppare l’83% del mercato cinematografico sotto un’unica concessionaria, così come già è abitudine in molte altre nazioni: dovessero unirsi tutti e quattro i soggetti, le previsioni parlano di una risalita dello 0,6% di quota in tre anni, per un fatturato di 40 mln di euro. Infine per quanto riguarda la politica di dumping sui prezzi (ossia la vendita all’estero di una merce a prezzi inferiori rispetto a quelli praticati sul mercato interno), di cui Rai Pubblicità è stata accusata dalla concorrenza, Piscopo ha assicurato che, se prima la Rai era fuori mercato con listini troppo alti, “gli attuali prezzi sono quelli corretti e da qui in avanti non avverranno altri ribassi”. (V.R. per NL)