Tv pubbliche, Germania: riforma genera incassi imprevisti

Grazie al nuovo piano di riforma, l’ARD e lo ZDF – i due canali pubblici tedeschi – nel 2014 sono stati sommersi da un miliardo e mezzo di euro, di gran lunga superiore ai 900 mln previsti.

La tanto puntigliosa precisione del popolo tedesco per una volta è stata smentita: a quanto pare i “sudditi” della Merkel non erano a conoscenza del numero esatto di appartamenti, ville e capanne sparse dal Baltico alle Alpi. Si era calcolato che gli introiti derivanti dal pagamento del canone nel 2014 (ricordiamo ai nostri lettori che in Germania ogni abitazione deve pagare l’abbonamento, indipendentemente dal fatto che possieda o meno un televisore o una radio) dovessero aggirarsi tra i 900 mln di euro e il miliardo e 100 mln: in realtà la cifra è stata di gran lunga sorpassata. E qual miglior modo di rendere grazie ai contribuenti, se non quello di applicare dal prossimo aprile uno sconto sulla bolletta? Il canone mensile infatti diminuirà, arrivando a quota 17,50 euro: lo sconto, va sottolineato, si ferma però ai miseri 0,48 cent di euro. Certo è che l’ammontare dell’abbonamento annuale in Germania è superiore (quasi doppio) a quello corrisposto nella nostra Penisola, hanno sottolineato in molti: e la qualità dei servizi? I canali pubblici tedeschi non possono trasmettere pubblicità liberamente, l’ingombro degli spot non deve superare una certa percentuale sul totale delle ore complessive di trasmissione e inoltre, dopo le 20, la pubblicità sulle emittenti statali è totalmente vietata. Nessuna interruzione di film dunque, niente spot di dieci secondi tra un calcio d’angolo e l’altro durante i match calcistici, con il rischio di perdere un goal. Contrariamente a quanto sarebbe accaduto in Italia, un gran numero di utenti tedeschi, invece di protestare per lo sconto troppo esiguo sul canone, ha proposto paradossalmente di aumentare la quota mensile, pur di vietare totalmente gli spot: posto che ARD e ZDF incassano annualmente dalla pubblicità circa 7,5 mld, ai tedeschi basterebbe infatti pagare circa 78 cent in più per abolire del tutto la pubblicità sulle emittenti di stato. (V.R. per NL)
 

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