TV. Prosegue l’abbandono delle piattaforme Pay TV negli USA, dove è prossima al debutto CNN+. E inaspettatamente il VHF è nuovamente cool

CNN+

Il 2021 ha confermato negli USA il progressivo abbandono dei package televisivi via cavo e via satellite a favore delle piattaforme SVOD (OTT) quali Netflix e Amazon Prime Video, il famoso cord cutting. Niente di nuovo? Certo, ma il fenomeno continua ad acquistare velocità, lasciando nell’incertezza i canali All News (a eccezione di CNN e della sua CNN+) e ha anche avuto un effetto collaterale inatteso: l’aumento della vendita di antenne VHF e delle case che ricevono la tv per via hertziana.

I dati del Q3 2021

Sono stati resi noti i risultati della ricerca del Leichtmann Research Group relativa agli USA nel periodo Q3 (luglio-settembre) 2021. I dati indicano come i maggiori fornitori di tv a pagamento via cavo abbiano perso circa 700.000 abbonati in un solo quarter, con una decisa accelerata rispetto al medesimo periodo del 2020 (quando la diminuzione era stata pari a 380.000). Stesso fenomeno ha interessato i fornitori tradizionali via satellite, quali DirectTV e DishTV, che hanno riscontrato una diminuzione pari a 633.000 household. 

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I numeri tra parentesi vanno intesi come negativi

Dati analitici 

Si tratta dunque di un abbandono in massa del modello della TV lineare a pagamento e time-shifted, lo stesso adottato nel nostro paese fin dal 1991 con Tele+, l’attuale Sky. Il totale degli abbonati statunitensi ai vari package ammonta oggi secondo Leichtmann a circa 77 milioni di famiglie. Nel dettaglio osserviamo come Comcast abbia perduto circa il 2,2% degli abbonati nel solo Q3, mentre sul fronte satellitare DirectTV e’ passata da 15,4 a 15 milioni di abbonati, con un decremento pari al 2,7%  

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Consuntivo 2013-2021 e proiezioni 2021-2025  

Sulla base dei dati annuali di consuntivo relativi al periodo 2013-2021 riportati da Statista abbiamo provato a prevedere i prossimi anni, tracciando due trendline (una lineare a una polinomiale di grado 2).

Ottimisti

Utilizzando la stima più ottimistica (quella lineare) otteniamo un dato che approssima quella di numerosi analisti già diffusi dalla stampa specializzata statunitense: un numero totale di abbonati pay ridotto o a 60 milioni di famiglie nel 2025 (un calo del 40% rispetto agli oltre 100 milioni del 2015).  

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Una previsione apocalittica 

L’approssimazione lineare non è che uno dei modi di prevedere il futuro: l’andamento previsto dalla curva polinomiale (grado 2) è altrettanto possibile, anzi probabile: osservando il grafico si noterà infatti come nel secondo caso il coefficiente di determinazione R2 sia superiore (0,99 rispetto a 0,92). Ciò significa che questa seconda curva meglio approssima i dati storici e dunque probabilmente meglio approssimerà quelli futuri. Utilizzando questo metodo possiamo dunque prevedere che nel 2025 il numero degli abbonati pay risulterà essere di soli 37,1 milioni di famiglie. 

Dove spendere per l’intrattenimento 

Abbiamo detto che milioni di utenti stanno abbandonando e abbandoneranno i classici package a pagamento. Dove andranno allocati i budget famigliari prima utilizzati per cavo e satellite, su quali piattaforme si orienteranno queste persone? 

Una previsione complessa 

Non è facile fare una proiezione, considerando che il concetto di abbonamento di famiglia (household), tipico dell’era dello schermo unico viene man mano sostituito dalla fruizione multischermo, ove in una famiglia possono coesistere numerosi differenti abbonamenti confacenti ai gusti di ciascun membro. Senza considerare che ciascun singolo individuo può essere abbonato a due o più SVOD.  

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Netflix e Amazon Prime Video 

Secondo Simon Murray di Digital TV Research il numero di abbonamenti ai servizi SVOD nel 2026 sarà prossimo ai 500 milioni, con la parte del leone svolta da Amazon Prime Video e Netflix, come visibile dal grafico. Gli altri SVOD per i quali si prevede un’utenza superiore ai 50 milioni sono Disney+, Hulu e HBO Max. 

Oltre l’intrattenimento: le news in streaming 

Oltre a film e serie i classici package a pagamento comprendevano anche numerosi canali All News. In questo segmento, secondo Hollywood Reporter i cambiamenti sono più lenti e siamo ancora in fase di sperimentazione: servizi quali ABC News Live, la Trump-friendly Fox Nation o la futura CNN+ sono ancora poco promossi, una scelta degli editori motivata dalla necessità di non rinunciare troppo presto ai milioni di dollari provenienti – appunto – dai classici operatori di Pay TV. 

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CNN+ in arrivo 

Il tutto potrebbe comunque avere una decisa accelerazione con l’avvio a inizio 2022 di CNN+, il canale streaming (differente e separato da quello satellitare) di CNN. Come tutti ricordiamo, con CNN Ted Turner aveva inventato il settore stesso dei canali televisivi all news: logico che tutti gli operatori del mercato attendano con particolare interesse di vedere la mossa del canale di Atlanta. 

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La vecchia cara antenna 

In tutto questo traffico di bit una sorpresa viene dall’impennata della vendita delle care vecchie antenneVHF/UHF. Secondo il CEO di Scripps si tratta di una necessità da parte delle famiglie – continuare a disporre di canali lineari locali – che si trasforma in un’opportunità per i network.

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Antenna diretta verso FOX 5 Vegas (KVVU-TV) VHF 186 MHz, Las Vegas 

Nielsen e Horowitz Research confermano

L’inatteso aumento del numero di utenti che ricevono la televisione via antenna era peraltro stato già segnalato da Nielsen nel 2019: a quella data si rilevava un balzo del 50% nel corso degli otto anni precedenti, dato che portava il totale delle famiglie che potremmo definire “black cord cutters, white cord installers” al 14% del totale. Gli ultimi dati disponibili sono relativi allo studio di Horowitz pubblicato nell’ottore 2021.

Aumento del 29% annuo

In questo si parla di un aumento delle famiglie che possiedono un’antenna pari al 29% annuo (frase testuale contenuta nello studio: “due su cinque consumatori di contenuti di età superiore ai 18 anni possiede un’antenna“), per un totale di 48 milioni di household su una stima di un totale di 121 milioni.

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in celeste: solo VHF – in viola: VHF + SVOD – in nero VHF+SVOD+vMVPD

Un refarming?

Dunque mentre in Europa si procede a sloggiare le TV UHF a favore del 5G negli Stati Uniti è in atto un ritorno al VHF. Ecco la traduzione delle suggestive conclusioni dello studio Horowitz: “All’interno del mix sempre crescente di on-demand e lineare, la distribuzione via antenna copre il segmento locale, delle news e in generale degli eventi live con un costo irrisorio.

Next Gen TV

È opportuno che gli operatori tradizionali pongano grande attenzione alla crescita e all’impatto della ricezione via hertziana, segnatamente ora che con Next Gen TV le antenne si sono trasformate da un retaggio del passato alla tecnologia più innovativa“. (M.H.B. per NL)

 

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