Tv. Portobello di nuovo in onda: la Rai prova a rifare se stessa, quarant’anni dopo. Antonella Clerici sara’ all’altezza di Enzo Tortora?

Portobello

Diciamolo subito: il promo del nuovo Portobello trasmesso da Rai1 in questi giorni è proprio brutto: si vede Antonella Clerici proporre ad alcune persone in strada di provare a far parlare il nuovo pappagallo del programma (che deve per forza ricordare quello originale, anche se abbiamo appena saputo che si tratta stavolta di una femmina di nome Enrica); gli interlocutori di Antonella, che già in partenza sembrano finti e poco convinti, naturalmente non ci riescono e a quel punto partono sigletta e annuncio. Un promo approssimativo – si direbbe – che non ha nulla di emozionante e accattivante e ben poco di ‘nostalgico’, come pure la specialissima occasione richiederebbe.
Rifare Portobello a 41 anni e mezzo dalla prima edizione, andata in onda per la prima volta il 27 maggio 1977. È una parola, perché si tratta di una sfida enorme, verrebbe da dire quasi temeraria: quel programma fu popolarissimo e aveva un presentatore mitico, straordinario, fine (ben diverso dagli altri grandi conduttori Rai, da Mike a Pippo Baudo, allo stesso Corrado), molto intelligente e al tempo stesso capace di parlare a tutti come pochi altri.

Enzo Tortora faceva storia a sé, nobilitava tutto, anche le parti meno gradevoli di Portobello, che puntava tutto sull’emozione, speculava parecchio sui sentimenti; in fondo, se avesse avuto un altro conduttore e un’altra impostazione generale, quella trasmissione avrebbe rischiato di sembrare un grande baraccone, una fiera di paese e poco più, popolarissima e graditissima sì ma di troppo facile presa, di gusto piuttosto dubbio.
Chi era protagonista di Portobello, infatti? La gente comune (lasciamo stare il popolo, per evitare di dare adito a qualunque lettura di tipo politico legata all’attualità), le vicende della vita personale (i fiori d’arancio, la ‘posta del cuore’ e l’agenzia matrimoniale riproposte in Tv), la persona perduta che si prova con emozione a ritrovare (un ‘Chi l’ha visto?’ ideato molti anni prima), con in più l’occasione di presentare idee, anche bizzarre, e di trovare finalmente amici e compagni d’avventura per le proprie innocue passioni, grazie al video. E uno spazio anche per l’eccentrico, l’inconsueto, il bizzarro (la famosa proposta per eliminare la nebbia in Valpadana a spese del Turchino), purché diverta, colpisca il pubblico, faccia parlare appunto la gente.

Un mix rivoluzionario per l’epoca, perché la Tv negli anni ’70 si riteneva ancora in dovere di educare il pubblico, di parlare di cose importanti, di fare cultura, mentre la politica era ancora molto legata all’ideologia, alla lotta di classe, alla contrapposizione totale che sfociava spesso in una pesante e continua violenza.
Portobello cambiò tutto: per la prima volta si proponevano in Tv cose ‘facili’, che la gente capiva subito, che sentiva vicine, in cui si identificava completamente. Enzo Tortora e la sorella Anna avevano l’enorme capacità di dare nobiltà a quel mondo un po’ pittoresco, di renderlo più elegante e un po’ più profondo, senza fargli mai perdere autenticità; si parlava a tutti, in modo persino forbito, di cose semplici e vere. Si faceva spettacolo dei sentimenti (cosa su cui peraltro poi ci sono state ben altre speculazioni), è vero, ma cercando di non ‘sbracare’, conservando uno sguardo più ‘alto’ e anche una certa ‘classe’.

Ci fu poi, dopo lo straordinario successo e gli enormi ascolti ottenuti, la dolorosa e spaventosa vicenda personale di Enzo Tortora, l’inchiesta giudiziaria, l’arresto inutilmente spettacolare, il carcere, i processi, le accuse infamanti e false. Dopo tanto dolore, tornare a fare Portobello fu per lui quasi un rinascere e il ritorno in video proprio con quel programma, quasi dieci anni dopo, il 20 febbraio 1987, venne vissuto da tutti come una emozionatissima e necessaria ‘ripartenza’. Durò poco, perché il fisico di Enzo Tortora era ormai minato, le terribili vicende della vita l’avevano cambiato nel profondo e anche perché quel pubblico televisivo, prima così appassionato e fedele, aveva scoperto nel frattempo anche altre cose e altre emittenti.
Rievochiamo tutte queste vicende, su un periodico che ama guardare al passato radiotelevisivo, sapendo di non dire nulla di particolarmente nuovo o originale ma più che altro per evidenziare appunto quanto sia difficile e complicata l’impresa che Rai1 e Antonella Clerici hanno voluto affrontare e che sabato sera avrà il suo apice con la prima puntata del nuovo Portobello.

Naturalmente si possono dire molte altre cose, ragionare sul perché la Tv, a corto da tempo di idee, non trovi di meglio che rievocare i suoi miti del passato, immaginare quanto pubblico il sabato sera (non più il classico venerdì di Portobello) vorrà andare indietro nel tempo (se quei tempi li ha vissuti) oppure invece andare a scoprire quali erano i gusti televisivi dei propri papà, dei propri nonni.
Il tutto mentre di recente la Rai aveva proposto ben altro il sabato sera, dall’elegantissimo e inappuntabile (da ogni punto di vista) Alberto Angela all’estroso e divertente Albanese di ‘I topi’. Ora si passa invece al puro revival, anche se con una certa prudenza sono state previste solo sei puntate, almeno per ora. A dare emozione ci sarà anche la presenza, accanto ad Antonella, della vedova del compianto Fabrizio Frizzi, Carlotta Mantovan, nel ruolo che fu dell’altrettanto elegante e forse inimitabile Renée Longarini. E poi il Centralone, il Big Ben, il pappagallo che forse non parlerà di nuovo, le rubriche di quegli anni riproposte, quell’atmosfera particolarissima tutta da ricreare (e non sarà davvero facile).

È invece facile dire che Portobello non poteva mancare in onda, dopo che Fazio aveva rifatto il Rischiatutto (neanche poi così male) e Carlo Conti aveva ricreato La Corrida e persino Ieri e oggi e dato che quest’ultimo programma è basato sui ricordi, qui il ricorso alla memoria giungeva quasi all’apice, al punto estremo (ovvero rifare un programma che già si basava sul passato di personaggi celebri).
Conti per i suoi revival ha scelto una strada precisa: la fedeltà assoluta all’originale. Per ‘La Corrida’ non ha voluto cambiare nulla, dopo tanto tempo, e forse questa era l’unica strada, se si voleva tener fede all’inimitabile modello originario. Con la consueta pignoleria e capacità Conti ha costruito una nuova Corrida che pareva quella vecchia, provando persino a imitare le (invece) inimitabili facce di Corrado.

Il guaio era che tutto sembrava appunto fin troppo studiato, anche troppo rispettoso di quel programma e di quegli anni, di quei personaggi, di quella formula, al punto da apparire un prodotto ‘freddo’, senza l’anima vera dell’originale, che poi forse, dopo tanti anni, non si può più neppure ricreare.
Come andrà stavolta, con una Clerici che dopo tanti anni di ‘Prova del cuoco’ (e qualche anno dopo il suo Sanremo) affronta ora questa nuova dura sfida? Il direttore (uscente) di Rai1 Angelo Teodoli in conferenza stampa ha usato la parola ‘reboot’ per questo Portobello, ovvero rifacimento-omaggio, il che vuol dire che forse questa volta non sarà una semplice ‘riproduzione’ dell’originale. Domenica Auditel dirà se questo nuovo esperimento di implacabile ritorno al passato avrà funzionato o meno. (M.R. per NL)

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