È giunta meno di una settimana fa la “corposa” comunicazione da parte del ministero, tra le mani del direttore generale Rai Antonio Campo Dall’Orto, che, a margine della conferenza stampa di presentazione del palinsesto aziendale per la centesima edizione del Giro d’Italia, ha riferito quanto di seguito: “La lettera del sottosegretario Giacomelli a una prima lettura mi pare possa portare a una soluzione positiva della vicenda del tetto ai compensi degli artisti“.
Il dg, però, ha anche espresso che “alla fine la vera valutazione va fatta in Cda, che avverrà nella prossima seduta del Consiglio”. Sarà dunque in quella sede, ai primi di maggio, che verrà presa la decisione definitiva per quanto riguarda i compensi per lo star system, ma la comunicazione del ministero resta chiara: il tetto ai compensi Rai di 240 mila euro annui lordi può essere superato, seguendo le leggi di mercato, per quanto riguarda le cosiddette “prestazioni artistiche“. La sottile linea che separa però artisti e conduttori di talk show risulta essere davvero minima in quanto, se per ciò che riguarda cinema, tv e spettacolo diviene più chiaro identificare le varie figure di riferimento presenti nel panorama italiano, al contrario se si pensa ad alcuni personaggi dello show business – a metà strada tra il giornalismo e l’entertainment – la soluzione a questa problematica si rende più complessa e bisognosa di ulteriori ragguagli. Sono una ventina i coinvolti, non solo conduttori. Tra questi i volti più noti della tv pubblica come Fabio Fazio, Claudio Insinna, Antonella Clerici, Bruno Vespa, Massimo Giletti, Carlo Conti, Piero e Alberto Angela, Amadeus, Lucia Annunziata. I loro compensi sono a volte superiori o vicini ai 500 mila euro annui. Molti tra i diretti interessati preferiscono prendere tempo prima di reagire, anche perché si tratta di somme ricavate dal pagamento, da parte del pubblico italiano, tramite il canone in bolletta, perciò con i tempi che corrono nel nostro paese, per alcuni dei volti noti della nostra tv risulta veramente difficile criticare così a fondo tale compenso. Parla, l’ex presidente Rai Lucia Annunziata: “Non c’è problema, è una legge dello Stato, una decisione del cda Rai, io obbedisco – afferma -. Trovo anche giusto che il servizio pubblico offra un pagamento inferiore a quello che e’ il mercato”. Bruno Vespa si dice fiducioso: “Credo che il cda abbia voluto in qualche modo invitare il ministero dell’Economia a una decisione di buon senso, se si vuole che la Rai resti nel mercato. E poiché il ministro Padoan ha dato molte prove di essere una persona di grande buon senso, sono fiducioso che si troverà presto una soluzione“. Allegata alla lettera del ministero c’era anche il parere dell’Avvocatura dello Stato, che concorda con la posizione assunta in molte dichiarazioni ufficiali dai vertici della Rai: la sostanziale inapplicabilità del tetto ai conduttori dei programmi. Nonostante il pensiero positivo, è necessario un pronunciamento formale del governo, di fatto l’azionista unico della Rai. L’ultima parola spetta dunque al Consiglio di amministrazione, ma il passaggio alla concorrenza, Mediaset o Sky, minacciato da diversi divi, sembra essere stato scongiurato. (ilgiornale.it). Eppure non sono tardati aspri commenti da parte del Codacons contro questa eventuale possibilità di eliminare del tutto le imposizioni emesse agli stipendi di artisti ed eventualmente, conduttori tv. “Apprendiamo oggi che il Ministero dello sviluppo economico avrebbe aperto spiragli per concedere deroghe alla norma che fissa un tetto ai compensi in Rai – spiega il presidente Carlo Rienzi – Se vero, si tratterebbe di una decisione gravissima, che giunge dopo la decisione del CdA Rai dello scorso 13 aprile di confermare l’applicazione del tetto massimo ai cachet. Sembra che si stia tentando in tutti i modi di abbattere i limiti ai compensi degli artisti Rai, cercando di raggirare una norma che va nell’esclusivo interessi degli utenti, finanziatori della tv pubblica attraverso il canone. Per tale motivo, se dovesse essere approvata una deroga e se il tetto massimo ai compensi dovesse essere eliminato, siamo pronti a denunciare il Ministero dello sviluppo e il Cda Rai per abuso di atti d’ufficio, e a ricorrere alla Corte dei Conti per danni erariali” – conclude Rienzi. (E.M. per NL fonte Agenpress.it)