È cosa nota che la televisione conquisti in modo estremamente facile la nostra attenzione. Consapevoli inoltre di quanto tempo siamo disposti a dedicarle, risulta più che legittimo porsi lo stesso quesito rivolto a Rai dall’esponente del Pdl Elisabetta Gardini. Perché i programmi sottotitolati sono così pochi? A quanto pare infatti, a fronte di un 20% di trasmissioni Rai, la cui fruizione è dunque dedicata anche ai disabili, la BBC inglese, per esempio, riesce a tradurre il 100% dei suoi programmi, offrendo dunque un servizio comodo davvero per tutti. Sebbene la Gardini abbia fatto ovvio riferimento alle campagne elettorali, che si svolgono ormai quasi completamente in tv e la cui comprensione è un diritto di tutti, non c’è motivo per non estendere la questione alla maggioranza della programmazione televisiva italiana. Soprattutto in un momento dove le tecnologie sono tanto avanzate da consentire ritocchi anche molto più complessi di quelli richiesti, dalla stessa Gardini, in occasione della conferenza “A sessant’anni dalla dichiarazione dei diritti umani”, tenutasi recentemente a Roma. Una prima risposta, forse affrettata, arriva dal ministro Maurizio Sacconi, secondo il quale sarebbe in primis da rivedere completamente l’offerta televisiva Rai, soprattutto in considerazione del pagamento del canone. Di sicuro per un sordomuto la cosa più importante non è certo risparmiare, ma poter usufruire di un servizio al pari di tutti noi. (Marco Menoncello per NL)