Tv. Più smart tv ma meno ascolti. La stagione 20/21 si chiude con un paradosso

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I dati della stagione appena conclusa, confermano come la fruizione si stia sempre più spostando verso l’online.

Incremento per le smart tv

La stagione televisiva 2020/2021 si chiude con un dato importante per il settore. È infatti aumentato del 39% il numero di persone che ha seguito programmi da una smart tv.

I numeri della stagione

Si parla, in cifre, di 22 milioni di telespettatori che, tra ottobre 2020 e maggio 2021, hanno fruito di programmi televisivi attraverso apparecchi connessi a Internet.

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I dati rilasciati dallo Studio Frasi

Più tv, meno ascolti

Ma allo stesso tempo, l’ascolto complessivo della tv lineare è diminuito del 2,2% rispetto alla stagione precedente. Nel periodo 2019/2020, infatti, gli ascoltatori medi per giorno sono stati 11,6 milioni, contro gli 11,3 registrati per il 2020/2021.

L’Osservatorio dello Studio Frasi

I dati raccolti e pubblicati dallo Studio Frasi confermano la Rai come realtà più ascoltata, con il 36% degli ascolti totali, mentre al secondo posto si piazza Mediaset e al terzo Discovery . Per quanto riguarda gli ascolti dei singoli canali, Rai 1 resta la rete più seguita, seguita da Canale 5 e Rai 3.

Effetto pandemia

Nonostante il calo recentemente registrato, i numeri sono comunque più alti rispetto al 2018/2019, in cui gli ascoltatori medi erano 10,4 milioni al giorno. La pandemia ha dunque portato a un aumento della fruizione di prodotti audiovideo, come testimonia l’aumento registrato nel 2019/2020.

I principali indiziati

La diminuzione degli ascolti nella stagione appena conclusa è sicuramente imputabile alla fine dei lockdown e al conseguente minor tempo passato in casa. Ma anche lo streaming ha certamente giocato un ruolo fondamentale.

Il paradosso

La diffusione delle smart tv ha infatti reso ancora più semplice la fruizione di contenuti on demand, già in aumento proprio a causa dei lockdown. Questa situazione è quasi paradossale: da un lato aumentano le vendite di apparecchi televisivi, dall’altro le tv canoniche stanno vivendo un momento molto difficile, tra ascolti in calo e operazioni aggressive degli OTT.

Transizione tecnologica

Concorrenze tra broadcaster e OTT a parte, il quadro che va delineandosi sembra promettere bene. La diffusione sempre più in crescita delle smart tv testimonia la fiducia dei consumatori verso il nuovo mezzo e al contempo dà una spinta al mercato dell’intrattenimento per quseto tipo di dispositivi.

T2 spinge aggiornamento parco tv

Ma tra i motivi dell’acquisto dei nuovi apparecchi, c’è anche, sicuramente, la prospettiva del nuovo DTT che ha spinto molti telespettatori a dotarsi di un nuovo televisore. La questione switch off, però, è ancora parecchio fumosa e si attendono i prossimi passi del Ministero dello Sviluppo Economico (su tutti, la pubblicazione dei bandi FSMA).

Zone d’ombra

Restano inoltre delle ombre in questo contesto, ombre che ha messo in luce Andrea Imperiali, presidente Auditel, durante la Conferenza annuale in Senato. Nel suo intervento, infatti, Imperiali ha ricordato come ci siano ancora 3,5 milioni di famiglie che non hanno accesso a una connessione alla rete.

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Il ruolo della politica

Aumentano le smart tv, dunque, ma aumenta anche il divario nel Paese. Divario non solo tecnologico, ma anche sociale, in quanto tv e rete sono ormai i principali mezzi di informazione, istituzionale e non. Una sfida che la politica è chiamata ad affrontare al più presto. (A.M. per NL)

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